Non so se è successo anche a voi, ma io ho passato
gli ultimi trentatré anni della mia vita (e verosimilmente i prossimi
trentatré, se camperò così spudoratamente a lungo) a chiedermi ogni giorno e
ogni istante se avevo detto (o fatto) la cosa giusta o se invece non avrei
dovuto dire (o fare) l'esatto contrario.
Dovrei
smetterla di avere dubbi: in fondo il ragazzo è cresciuto bene, ha le spalle
quadrate, ho scelto per lui le scuole migliori - quelle che gli dessero la
miglior impostazione di vita, prima che la miglior formazione -, credo di
avergli insegnato dei valori di quelli che ormai non vanno più di moda, e forse
un po' di merito ce l'ho anch'io, anche se ho il sospetto che in gran parte sia
merito suo, che sia nato e cresciuto già così, a prescindere da me. Eppure il timore
di avere sbagliato tempi e modi resta. Come se fosse la prima volta che lo
rimprovero e forse non avrei dovuto.
Sicché ho
comprato l'ultimo libro di Michele Serra: per piacere letterario e conforto
generazionale, ma anche perché volevo conoscere i pensieri di un padre di
sinistra. E ho avuto subito la sensazione di essere stata spiata a lungo nella
mia casa: perché Michele Serra sa esattamente dove mio figlio lascia i calzini
e come si sfila pullover e maglietta insieme? Era nascosto dietro una tenda
mentre lo rimproveravo o cercavo di convincerlo a venire con me da qualche parte?
Guardava dal buco della serratura mentre io spargevo parole al vento in
direzione di un alieno sordo e muto? Michele Serra è il padre di mio figlio a
mia insaputa?
Cazzo, avevo
Michele Serra a casa e non ne ho approfittato per fare conversazione? Ma sarò
scema!
Per quanto, ho
il sospetto che non di letteratura avremmo parlato ma, scuotendo la testa come
vecchi, saremmo finiti col dire, pateticamente: "Ai miei tempi...."
Però adesso ho
una certezza: cercavo i pensieri di un padre (di sinistra) e ho trovato i
pensieri di una madre (di sinistra): "Quante volte
invece di mandarti a fare in culo avrei dovuto darti una carezza. Quante volte
ti ho dato una carezza e invece avrei dovuto mandarti a fare in culo". Ecco, ora ho
la certezza del dubbio.
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