È ufficiale: le donne servono solo a fare figli. Dopo si possono buttare. No, non è quello che penso io, ma quello che pensa evidentemente un giovane cosiddetto «scienziato» americano dall’aspetto da babbeo, tal Damian Murray, che ha condotto una ricerca sugli effetti dell’amore sul corpo di donne innamorate. Quarantasette, per l’esattezza, monitorate per due anni. Tutte giovani, come se dopo non ci si potesse innamorare.
Scuola Yann Moix, l’attore francese che le donne di cinquant’anni neanche le vede perché sono troppo vecchie per andarci a letto. Un altro con la faccia da babbeo, che farebbe meglio a guardarsi allo specchio prima di darsi arie da tombeur de femmes.
Ma torniamo a Murray: il cosiddetto scienziato ha preso le sue quarantasette cavie giovani, le ha osservate sia mentre erano innamorate che quando non lo erano e ha dedotto che il sistema immunitario delle donne si rafforza, preservandole da virus e infezioni, quando sono innamorate. E fin qui non discuto e anzi potrei anche confermare, malgrado i miei oltre sessant’anni che evidentemente – per Murray come per Moix – sono disdicevoli e non adatti all’innamoramento. Ma immagino che a Murray e all’équipe che ha lavorato con lui non interessi il parere di un’ultrasessantenne.
Perché in realtà quello che a quanto pare a Murray premeva dimostrare – ed è questa la sua conclusione – è che «il rafforzamento del sistema immunitario delle donne, quando innamorate, non è altro che una sorta di preparazione del corpo nel caso di un eventuale parto» e questa – secondo i siti che hanno riportato la notizia (!) – sarebbe «una risposta istintiva dovuta all’effettivo aumento della possibilità di diventare madri». Capito perché le ha prese solo giovani?
Fine della discussione. Anzi no, perché c’è anche un non detto facilmente deducibile: se scopi, lo devi fare solo per fare figli (non lo fo per piacer mio, eccetera) e quindi non ti montare la testa, ché dopo la menopausa non hai più diritto di scopare.
Comunque io grazie ai risultati di questo studio almeno ho capito perché quest’anno mi sono beccata un’influenza che non me la scordo finché campo.