Lettera a una Picierno purtroppo nata (mentre
sarebbe stato mille volte meglio un aborto terapeutico).
Disoccupata da
anni, da anni non vado a manifestazioni che non siano raggiungibili a piedi da
casa mia. Come molti disoccupati, come molti lavoratori sottopagati o a rischio
licenziamento, per i quali scioperare è un lusso che non possono permettersi.
Questa volta no: questa volta la situazione si stava facendo troppo grave per
non andare a Roma il 25 ottobre, per non fare sentire forte la nostra voce contro
il governo del fascistello in camicia bianca. Ma - Picierno sarà delusa - il
pullman non me l'ha pagato la Cgil. La Cgil ha avviato una sottoscrizione per
quelli che volevano partire in treno e sono stati tantissimi quelli che, pur
non potendo partire, hanno voluto dare il loro contributo per consentire ad
altri di farlo. Lo posso testimoniare perché, nel mio piccolissimo, ho fatto da
tramite fra la Cgil della mia città e i miei compagni.
Io sono andata
in aereo (come da allegata pezza d'appoggio), con i miei soldi, prendendo un
biglietto a 50 euro con un mese d'anticipo, appena indetta la manifestazione ma
quando ancora le questioni organizzative non erano forse nemmeno in
discussione. Dovevo esserci e l'ho fatto. Ryanair - ha presente, Picierno? -: quelle
specie di diligenze dove da un momento all'altro ti aspetti di vedere spuntare
Calamity Jane e che di solito, invece di atterrare, fanno un tuffo carpiato con
triplo salto mortale. Dovevo esserci, ho preso cinquanta euro del mio
inesistente bilancio e ho fatto il biglietto. Anche se questo significherà
aggiungere privazioni a privazioni. Ho fatto la mia valutazione politica e non
mi ha pagato nessuno.
E mi sento
offesa. Di più: potrei dire (ma non lo farò)
che non accetto lezioni di morale dalla discepola del re delle clientele.
Potrei dire (ma non lo farò) che Picierno è una stronza. Posso dire a testa
alta che non mi ha mai pagata nessuno per pensare. Posso dire a voce alta -
nella speranza che qualche magistrato lo senta - che nelle parole dell'ultras
renziana non c'è alcun diritto di cronaca o di critica ma soltanto diffamazione,
reato penale che commette chi colpisce l'onore e la reputazione delle persone e
per il quale è previsto il carcere. Diffamazione non soltanto verso Susanna
Camusso o la Cgil, ma verso tutti noi - un milione, fatevene una ragione - che
eravamo a Roma il 25 ottobre. E quindi se io dico (non: "potrei dire",
ma "dico" perché non sono una vigliacca) che Picierno è una stronza,
la mia è legittima difesa.