La prima cosa che ti colpisce guardando una foto è
la collezione di crocifissi che campeggia sul petto - come da copione villoso -
e il suo patetico aspetto da play-boy di provincia. Il piissimo Giovanni
Cocivera, dirigente del reparto di Ginecologia dell'Ospedale Piemonte-Papardo
di Messina, nonché ex consigliere comunale del Pdl allegramente transitato al
Pd che lo ha candidato alle ultime elezioni amministrative perché i voti della
Sanità in Sicilia sono tanti e non puzzano (e, anzi, se non puzzano non se li
prendono), è uno dei due medici arrestati oggi con l'accusa di avere praticato
aborti clandestini. L'altro è Giuseppe Luppino, primario di Anestesia nella stessa
struttura ospedaliera. Secondo la procura, con l'abusato stratagemma dei tempi
lunghi delle strutture pubbliche, i due convincevano le donne che avevano
bisogno di abortire a farlo in uno studio privato, quindi a pagamento, che -
come se non bastasse - faceva schifo ("in ambienti privi dei requisiti
igienici", scrivono i giornali) e per di più usando farmaci che venivano dall'ospedale.
Cucchiai d'oro li chiamavamo ai nostri tempi questi
medici da strapazzo facevano i soldi sulla pelle delle donne (che spesso la
pelle ce la lasciavano in seguito ad un aborto praticato da qualche macellaio
in qualche letamaio) e noi rivendicavamo una legge sull'interruzione volontaria
di gravidanza, arrivata poco meno di quarant'anni fa.
Ecco, la prima cosa che ti viene in mente è che abbiamo
fatto un triplo salto mortale all'indietro di quarant'anni e per un attimo
pensi che le nostre battaglie sono state inutili. Perché poi hanno trovato il
trucchetto dell'obiezione di coscienza: medici tutti casa e chiesa in pubblico;
tutti soldi a palate (sporchi di sangue) in privato e chi se ne fotte della
coscienza. A Messina, a quanto sembra, su venti medici diciotto sono obiettori;
in quasi tutte le regioni italiane gli obiettori superano l'80%, con rarissime
eccezioni. I cucchiai d'oro sono tornati, o forse non se n'erano mai andati.
L'ho pensato anch'io, l'ho pensato ed è perfino
legittimo con questi numeri pensare per un attimo che le nostre battaglie siano
state inutili. Ma solo per un attimo, perché una sana incazzatura è molto
meglio della rassegnazione. È solo che, in questo caso come in quelli dei
politici che ci rubano la vita (e spesso, come si vede, coincidono),
preferiresti che non fossero i giudici a cacciarli via ma un popolo consapevole.