lunedì 31 marzo 2014

Lardo di Colonnata


Sarà che ho superato la fascia di età da prendere in esame, ma non capisco. Io ormai, secondo quelli che decidono delle nostre vite e dei nostri pensieri, appartengo alla categoria mamme-e-nonne alle quali "piace tanto il bravo ragazzo dalla faccia pulita" usata come unità di misura per Sanremo. Irrimediabilmente classificata così da parte di chi è rimasto ai tempi di Nilla Pizzi e che magari - solo per la mia età - mi vede con il filo di perle, anche se al tipo giacca e cravatta ho sempre preferito il genere poeta maledetto: bello e impossibile, malato di vivere, squattrinato ma con delle idee impagabili, poeta sgangherato, perdutamente innamorato della sua infelicità, eroe romantico e rivoluzionario, qualche volta forzatamente in giacca e cravatta, ma potevi giurarci che sotto aveva una maglietta del Che, eroe romantico e rivoluzionario per definizione, o del bambino dalla testa tonda.
Smetto di divagare e vengo al dunque, cioè al "non capisco" (e non mi adeguo): ho letto un sondaggio in base al quale Matteo Renzi sarebbe il "sogno erotico" delle donne italiane di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Ora, a parte che definirei Renzi piuttosto come l'incubo politico degli italiani ancora dotati di cervello, alle donne fra i 30 e i 50 anni che ambiscono a una notte di sesso con l'erede politico del vecchio bavoso suggerirei di fare un salto da Avanzi. Ma sì, Avanzi, quel negozio di ottica che ti fa uno sconto pari alla tua età. Fatevi un paio di occhiali da vista buoni e vi accorgerete che è appunto quello lo scaffale dove andrebbe sistemato Matteo Renzi: quello degli avanzi.
Ma come si fa a sognare di fare sesso con uno che ha lo stesso sex appeal di un pezzo di lardo di Colonnata o di un quattordicenne consumatore compulsivo di Nutella?
Ai miei tempi, al liceo, uno così era il classico tipo che - dopo la ricreazione e dopo avere visto il mondo pomiciare o tubare (nel giurassico accadeva che il massimo dell'erotismo fosse tenersi per mano e guardarsi negli occhi) senza filarselo di striscio - correva in bagno a farsi le seghe e vagheggiava/vaneggiava di iscriversi a Medicina per fare il ginecologo e finalmente vedere un po' di gnocca.
Pensavamo di avere toccato il fondo con le schiere di ventenni tacco 15 e QI -15 ammaliate dai miliardi dell'evasore pedofilo, ma evidentemente il fascino del potere - per quanto di un potere di periferia e da sabato in balera - in quest'Italietta burina e mediocre vale molto di più dei valori, della cultura, della dignità, del lavoro. Già, perché - se non l'aveste ancora capito - questo a voi 30/50enni (e, rispettivamente, ai vostri padri e ai vostri figli) il lavoro lo sta levando. Ma voi continuate pure a sognare una scopata con il lardo di Colonnata. Alle brutte, quando per la disoccupazione sarete prese a morsi dalla fame, vi ci potete fare un sandwich. Com'è noto, del maiale non si butta niente.
Mio dio, ragazze, come siete cadute in basso!


domenica 23 marzo 2014

Carta igienica di seta?

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Caro, carissimo, eccessivamente dispendioso - direi - ingegner Moretti, lei che minaccia di andarsene se le decurteranno di un po' il suo stipendio da oltre duemila euro al giorno (cioè quello che un serio professionista guadagna in un mese e quello che nello stesso arco di tempo guadagnano quattro altrettanto qualificati precari), lei che sostiene che un manager bravo debba essere strapagato, lei lo sa quanto impiega un treno per andare da una parte all'altra della Sicilia? Quasi lo stesso tempo che impiegò Cristoforo Colombo a circumnavigare la terra. Quindi, se tanto mi dà tanto, lei non deve poi essere così bravo.
E lo sa quanti pendolari perdono il posto per non essere arrivati puntuali a causa dei suoi treni in ritardo? Quindi, se tanto mi dà tanto, lei non deve poi essere così bravo.
E lo sa quanti bravi manager e professionisti sono costretti a lasciare la loro terra e la loro famiglia perché c'è uno che viene pagato per cento e cento che vengono pagati per uno?  E lo sa quanti giovani hanno smesso di cercare lavoro prima ancora di cominciare a cercarlo? E lo sa quanti cinquantenni all'improvviso disoccupati, malgrado i chili di curriculum e i trent'anni di esperienza professionale, sono costretti ad accettare un lavoro di merda che non riconosce la loro professionalità e ad essere pagati meno di una donna delle pulizie?
Certo, sono d'accordo con lei: un manager bravo dev'essere pagato bene. Ma - sa - dovrebbe essere pagato non dico bene ma almeno in maniera dignitosa anche un medico bravo, un insegnante bravo, un giornalista bravo, un ingegnere bravo o degli operai bravi, come l'ingegnere rapito ieri in Libia perché se n'era andato lì a rischiare la vita non trovando lavoro in Italia e come i due muratori calabresi che due mesi fa sempre in Libia hanno subìto la stessa sorte per la stessa ragione.
Ora, a parte che "bene" non vuol dire essere pagati quanto il sultano del Qatar e che in un momento in cui si chiede di fare sacrifici a lavoratori e pensionati dovrebbe avere almeno il pudore di tacere, che ne direbbe - prima di fare rivendicazioni del cazzo - di cominciare davvero ad essere un bravo manager? Per esempio cominci a far andare i treni in orario e a garantire che i cessi siano puliti. Altrimenti paghi una penale per ogni treno in ritardo - diciamo una giornata del suo lavoro, da destinare a quattro disoccupati - oppure si armi di ramazza, detersivi e olio di gomito e faccia brillare quelle latrine come fossero la reggia di Versailles.
Che poi vorrei capire: che cazzo ci si fa con duemila euro al giorno? Come cazzo si fa a spendere duemila euro al giorno? Che fa, i fazzolettini usa e getta glieli fabbricano apposta di seta? E pure la carta igienica per il suo culo dorato è di seta? Di quante ore dev'essere fatta una giornata per riuscire a spendere tutti quei soldi? E poi, quando farà la fine che fanno tutti (perché lei può avere pure un sacco di soldi, ma - si rassegni - l'immortalità non è in vendita neppure per tutto l'oro del mondo), cosa farà, si porterà i suoi tesori nella tomba come un faraone? Dia retta: lo usi meglio il suo tempo, non lo lesini alla sua famiglia e ai suoi affetti (ammesso che sappia di cosa sto parlando), se ne vada in pensione e recuperi il tempo perduto nell'accumulazione di ricchezze effimere. E soprattutto non spari cazzate, ché a qualcuno potrebbero pure girare i coglioni. Diciamo a circa sette milioni di italiani, fra precari e disoccupati. Riesce a immaginare quattordici milioni di coglioni che girano?

domenica 16 marzo 2014

Bastardi

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Ti resta dentro per tutta la vita. Puoi avere quaranta, cinquanta, sessant'anni; puoi averne pure novanta e avere perso la memoria di ogni cosa: è lì e ogni volta ti precipita addosso e ti seppellisce come una valanga. Accendi la radio, ascolti il gr e ti seppellisce.
Due bastardi impotenti - due, a volte tre nello stesso giorno, perché i bastardi si manifestano a grappoli e non c'è educazione, cultura o classe sociale che tenga: un medico, un sottufficiale dell'Aeronautica - che ammazzano o tentano di ammazzare le mogli. 
Bastardi doppi, perché lo fanno davanti ai loro bambini, odiando anche loro - forse perché frutto di quelle donne che ormai vogliono morte per non essersi piegate al loro volere - al punto da rovinargli la vita per sempre.
Ti resta dentro per tutta la vita. Ascolti il gr e le immagini che ti si parano davanti agli occhi non sono quelle di chi cerca di vedere la scena in base alla descrizione del giornalista: sono quelle di chi la scena l'ha vista. Cinquant'anni prima l'ha vista, ma potrebbe riferire ogni dettaglio: le urla, il coltello, la bava alla bocca, le parole sconnesse, gli occhi del porco assassino iniettati di sangue, i propri occhi e quelli di sua madre e dei suoi fratelli travolti dal terrore, in procinto di annegare, l'apnea, i tentativi inutili e ridicoli per distoglierlo dal suo proposito lucidamente folle. Gli chiedi persino che ora è, forse si distrae e non ci pensa più. Ma lui ci pensa ancora e va avanti come un treno, ha un unico obiettivo e non gl'importa di travolgere anche i suoi figli. Femminicida e bambinicida.
Non importa se alla fine per un soffio non siete riusciti ad ucciderla la vostra compagna: avete comunque ucciso lei e i vostri figli. Gli avete rovinato la vita per sempre. Sarete contenti adesso, bastardi.
E però forse non sapete una cosa: alla fine dei vostri giorni, potrete avere intorno gente prezzolata o interessata, ma nessuno piangerà per voi e nessuno vi rimpiangerà.

martedì 11 marzo 2014

La metrica del vaffanculo

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"Tìtyretùpatulèrecubànssùbtégminefàgi". Vi dice niente questa cosa? L'andava ripetendo a voce alta, aggirandosi per casa, mia sorella ai tempi del liceo. Io invece solfeggiavo, senza prendere fiato: òkoinònautàdelfònIsménèscarà"... e chi se ne ricorda più (mi perdoneranno i proff di latino e greco).
Insomma 'sta cosa era la lettura metrica dei classici latini e greci, un rompicapo divertente quando finalmente capivi come funzionava, che mi è tornato in mente stamattina leggendo alcuni commenti (eufemismo che sta per insulti) rivolti a Luca Bottura, che notoriamente fa satira e la fa nei confronti di tutti, come è normale per uno che fa satira: cosa da cui però i Testimoni di Genova pensano di dover essere esonerati, perché loro sono puri e intoccabili.
Bene: non so se avete notato che, nella massa sconfinata di analfabeti di andata e di ritorno (raccapriccianti gli strafalcioni di chi ha fatto il classico e persino di docenti universitari di materie umanistiche), quelli che spiccano per la loro superiorità sono senz'altro i grillini. I quali, come se non bastasse che ci tengono a farti sapere che sono MOLTO INCAZZATI e stanno urlando e ti stanno - da contratto - mandando affanculo, oltre a sconoscere del tutto l'uso delle maiuscole, della punteggiatura e degli spazi, riempiono di accenti tutti i monosillabi che gli capitano a tiro.
E dunque, per esempio: "caro neo,ma tu ,di quale casta fai parte?sicuramente farai parte di questi ladri del pd e pdl che hanno rovinato l’italia per oltre 20 anni,la matematica ,non è un opinione,il movimento 5stelle stà al governo da un anno,i danni si sà chi li ha fatti e ti dirò di puù,se ti guardi tutte le mozioni che il movimento ha proposto e che i ladri che tu difendi hanno sempre bocciato,allora ti renderai conto che due sono le cose,o sei ladro come loro oppure ,scusami ,se ti sballi,usa almeno roba buona che quella che usi non ti fà bene-mi rivolgo sopratutto ai giovani,svegliatevi,cacciate via ste merde dal governo e sostenete il movimento5stelle,l’unico pulitoooooooooooooooooooooooooooooooooo".
Probabilmente uno psicoanalista potrebbe parlare di bisogno di autoaffermazione: loro, invece di prendere a pallonate un lampione, prendono ad "accentate" i monosillabi. E' il lirismo della ribellione adolescenziale. O, se preferite, la metrica del vaffanculo.

venerdì 7 marzo 2014

Votate chi cazzo vi pare 2

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Vorrei provare a mettere in fila i fatti degli ultimi due mesi. Mi perdonerete se mi scapperà qualche opinione. Del resto, un blog serve anche a questo. E mi perdonerete se provo a diluire l'incazzatura nell'ironia e anche in un po' di qualunquismo.
Dunque, circa due mesi fa un gruppo di intellettuali pieni di soldi e privilegi, alcuni dei quali dipendenti del signor De Benedetti, lanciò un appello per una lista di sinistra alle elezioni europee. Nell'appello però la parola sinistra appariva solo due volte: una per dire che gli eventuali eletti siederanno nel gruppo GUE-Sinistra unitaria europea e l'altra dove si affermava l'intenzione di presentarsi con una "piattaforma di sinistra alternativa e di rottura". Col senno dei due mesi dopo, forse intendevano rottura della sinistra.
Io fino a un certo punto quell'appello mi sono rifiutata di sottoscriverlo perché c'era una frase che mi faceva schiumare di rabbia: quella in cui si affermava che non potessero essere candidati coloro che hanno avuto "incarichi elettivi e responsabilità di rilievo nell’ultimo decennio". In pratica gli intellettuali grandi difensori della Costituzione privavano alcuni cittadini del diritto costituzionale all'elettorato passivo. Roba che - per dire - manco a Totò Riina.
Insomma arrivò il momento di decidere sul simbolo di questa lista il cui leader, Alexis Tsipras, aveva posto come pregiudiziale della sua leadership che fosse assolutamente inclusiva di tutte le forze della sinistra, partiti e società civile. Dove stava il trucco (uno dei tanti)? Che, per dire la tua sul simbolo, il passaggio obbligato era di aderire all'appello: cioè anche a quella fitinzia di frase che colpevolizzava alcuni soltanto per avere esperienza politica. Ho ingoiato un rospo delle dimensioni di un bue e ho firmato. Per trovarmi con stupore davanti alla possibilità di scegliere fra quattro tappi della Coca Cola, in nessuno dei quali - indovinate un po'! - appariva la parola "sinistra".
Ora il problema è che a me la Coca Cola fa schifo sia come bevanda che come progetto politico e però/perciò loro, democratici(cristiani), ti lasciavano non la possibilità di proporre un simbolo alternativo o delle modifiche, ma quella di esprimere una quinta opinione: un quinto pallino su cui cliccare, chiamato "non voto". Praticamente l'apoteosi, la quintessenza, l'orgasmo a stantuffo, il geyser dell'ossimoro: insomma, ho votato "non voto". Ma porc....!
Da quel momento, come il coniglio di Alice, gli autoproclamati saggi hanno cominciato ad avere una fretta indiavolata: mezza giornata per votare questo, mezza per votare quello, un paio di giorni per proporre le cosiddette candidature dal basso (un "pacco" degno di Nanni Loy: o erano finte candidature dal basso indicate da manovratori romani oppure non ti si filavano di striscio), un altro paio per mettere a punto le liste. Risultato: la gatta frettolosa e i saggi scriteriati hanno generato e partorito un gattino cieco, zoppo e rachitico che rischia di morire altrettanto in fretta.
La società civile che si contrappone alla società buzzurra (i partiti) ha riversato tutto il suo livore anticomunista su un unico partito - il mio, l'unico i cui candidati non sono stati accettati -, scaricando i comunisti e caricando una signora che se ne va in giro per le manifestazioni dei fascisti di Giorgia Meloni. Ora io non sono così scema da pensare che se i Comunisti italiani non andranno a votare la lista passerà dal 7,5% del sondaggio (non vorrei fare l'uccellaccio del malaugurio, ma Rivoluzione civile era data all'8 e s'è visto com'è finita) all'1,5: so però che ciascuna delle "forze" che fanno parte di questa coalizione di sinistra oltre l'1%, a voler essere ottimisti, da sola non va e che anche tutti insieme comunque - come dovrebbe averci dimostrato l'esperienza - se abbiamo una buona dose di culo forse arriviamo al 4,1, il minimo indispensabile per superare la soglia di sbarramento. Buon senso e saggezza avrebbero voluto che si facessero follie per tenere tutto insieme e non per dividere, creare tensioni, provocare delusione, sfiducia e scoramento perché ogni voto perso è un passo verso il baratro. Ma davvero pensavamo che gente abituata a scrivere e vivere su otto strati di morbidezza si preoccupasse di fare di tutto per rendere vincente una vera lista di sinistra a tutela di quelli che non solo non hanno privilegi, ma nemmeno diritti?
A questo punto confesso che non sono più sicura di quello che ho scritto qualche giorno fa in un altro pezzo che si chiamava esattamente come questo: mancava solo il due perché era l'1, ma non c'era nemmeno l'1 perché francamente in cuor mio avrei fatto volentieri a meno del feuilleton. Avevo scritto che io comunque, malgrado tutte le delusioni, avrei fatto campagna elettorale, sarei andata a votare e avrei votato per Tsipras. Confermo, ma solo due su tre: a meno di diventare pazza dopo quasi quarant'anni di onorata carriera di elettore, è quasi certo che andrò a votare perché sono convinta che astenersi vuol dire votare per gli altri ed è quasi certo che voterò per un candidato di sinistra della lista Tsipras: non foss'altro che per non fare il gioco di quanti puntavano a fare ancora una volta la sinistra a brandelli per convogliare voti sul partito alleato della destra, che al momento delle elezioni si spaccia per sinistra. Ma la campagna elettorale, no, non potete chiedermelo: non ne ho voglia. Magari poi mi passa, ma per ora non ne ho voglia.
Quanto a voi, miei cari venticinque lettori/elettori, votate chi cazzo vi pare. Due.


martedì 4 marzo 2014

L'e-Fato


Si vede che sto diventando vecchia. Da qualche tempo, ogni volta che infilo una mano nel sacco dei ricordi ne viene fuori uno che non ricordavo, nitido come fosse ieri.
L'ultimo è saltato fuori poco fa. Sarà trascorsa una decina d'anni: a un certo punto nella posta elettronica trovai un'email molto garbata di un signore che si scusava per avermi disturbato involontariamente perché, a quanto pare, dal suo indirizzo di posta elettronica era partita una mail al mio indirizzo. Gentile e autoironico ("ho chiesto a mia madre se per caso fossi sonnambulo"), sicché io - pur non essendo solita accettare caramelle dagli sconosciuti - decisi di rispondergli. Trovammo una serie di punti comuni - io siciliana, lui milanese ma di genitori siciliani; io giornalista, lui giornalista; lui scrittore, io scrittora (di scarsa fama e scarso talento) - e diventammo amici di tastiera. Erano anni che non veniva in Sicilia e non ne voleva sentire: storie di parenti serpenti che lo avevano disgustato, però lo convinsi ad allungare il suo viaggio - che avrebbe dovuto fermarsi più o meno ad Eboli - per venire anche qui a presentare il suo ultimo romanzo. Qualche tempo dopo comprò casa alle pendici dell'Etna e da allora è lì che abita.
Poco fa il mio amico mi ha invitato a un reading del suo ultimo libro nell'ambito di una serie di incontri dedicati a "scrittori siciliani": ha scritto proprio così e non nego di aver provato una certa emozione. Non so come si ami un padre, ma so come si ama una madre: ci litighi a sangue tre volte al giorno prima dei pasti, ma non puoi farne a meno. La Sicilia è mia madre e sono contenta che Raffaele sia mio fratello.
"Io, il Destino. Io, il Caso. Io, Dio", avrebbe detto Tony Sperandeo ne "Il 7 e l'8": beh, dio magari no (non ho il piacere e vivo benissimo senza), ma certamente devo dire grazie al Fato che ci ha fatti incontrare e che lo ha fatto diventare "scrittore siciliano". Elettronico, ma pur sempre Fato: l'e-Fato.