Il povero Feltri, che ormai presumibilmente e anche visivamente ha difficoltà a contenersi, l’ha fatta ancora una volta fuori dal vaso.
In mancanza di meglio (e forse proprio per questo) lo eccita particolarmente seminare odio contro le donne e dunque oggi sul suo giornale, Libero (!), se n’è uscito con un titolo a nove colonne in prima pagina per raccontarci la balla che i maschicidi – così li chiama – sarebbero più dei femminicidi. Mettendo nel calderone del presunto maschicidio omicidi di ogni tipo, fingendo di non sapere che di solito sono gli uomini che uccidono altri uomini, che sono rarissimi gli omicidi commessi da una partner, che il termine femminicidio indica l’uccisione di una donna da parte di un uomo – come spiega l’Accademia della Crusca – in ragione della sua mancata sottomissione, e che per questo il termine femminicidio indica non solo che una donna è stata uccisa (no, non ci provate: non lo usiamo per indicare l’uccisione di una donna nel corso di una rapina in banca) ma il motivo per cui è stata uccisa e cioè appunto perché un uomo voleva tenerla sottomessa, controllarne la vita, averne il pieno possesso come se si trattasse di una cosa.
Ma evidentemente Vittorio Feltri, che dirige un giornale, non frequenta i corsi di formazione per giornalisti in cui si parla di violenza di genere, non legge i dati, non li analizza, non si informa pretendendo di informare, butta lì una frase senza sapere di cosa sa parlando e per il solo gusto di provocare. Soltanto perché a un certo punto gli scappa e deve trovare una scusa per farla, appunto. E non sarà un caso se nella stessa prima pagina del suo giornale c’è la pubblicità del Prostamol.