mercoledì 31 ottobre 2012
Suicidatevi onorevolmente
Non mi piace il movimento di Beppe Grillo. Salvo alcuni "grillini" (mi perdonerà il "leader" l'esemplificazione giornalistica) e alcuni elettori, forse addirittura la gran parte, per la buona fede. Per quanto, in una situazione drammatica come la Sicilia, l'ingenuità sconfini facilmente nella complicità. Ma non mi piacciono. Però una cosa in loro difesa la devo dire.
Dunque: appena eletti (speriamo solo che mantengano e non si ubriachino in fretta anche loro) hanno detto che ridurranno i loro stipendi a 2.500 euro e che proporranno una legge per ridurre gli stipendi di tutti i consiglieri regionali, ricevendo la risposta sprezzante del neoeletto "governatore" Rosaele Lombetta che val la pena di riportare testualmente: "Ah, i grillini propongono di ridurre lo stipendio dei deputati a 2.500 euro? Dopo di che li facciamo suicidare i parlamentari, chiediamo ad ognuno di loro quanti debiti hanno fatto per la campagna elettorale. Mica sono tutti miracolati del signore come i grillini, che sono stati eletti grazie a Grillo. Gli altri se lo sono dovuto cercare il voto. E’ pura demagogia".
Ora, a parte che 2.500 euro sono uno stipendio più che onorevole e che comunque gli "onorevoli" godono di una serie di agevolazioni (Ne vogliamo parlare del caffè a 36 centesimi al bar dell'Ars? Chi non ha uno stipendio o vive con 500 euro al mese al bar non ci può entrare, oppure fa la circumnavigazione del globo per trovare quello dove un caffè si paga ancora 70 centesimi!), scusi signor Lombetta, ma chi cazzo ve l'ha chiesto di spendere tanti soldi e addirittura di indebitarvi per la campagna elettorale, invece di dare, almeno in questo momento di crisi e in questa terra, un esempio di sobrietà? Si suicidano se gli tagliano lo stipendio? Ma che si suicidino pure, nessuno sentirà la loro mancanza!
Io per mia fortuna non sono una baciapile come lei e quindi non sono tenuta alla pietas. E non ne proverei se per una volta quelli che non possono vivere senza sguazzare nel denaro si togliessero onorevolmente dai coglioni. Se un imprenditore si è sputtanato i soldi al casinò, con le donne e con la coca, quando si suicida non mi fa alcuna pena. Me ne fa quello (rarissimi, ma ci sono) che si suicida perché si è messo nelle mani degli usurai pur di garantire lo stipendio ai suoi dipendenti.
Sa, caro signor perito chimico Raffario Crombardo, a me quelli che vivono solo di denaro e di potere fanno pena, nel senso dello schifo: perché hanno rinunciato alle cose importanti della vita che vanno dagli ideali al sedersi su una spiaggia per emozionarsi guardando il mare; passando per l'amore, l'amicizia, gli affetti, l'onestà e l'etica.
venerdì 26 ottobre 2012
La bomboniera dimenticata
Se vai sui siti di turismo, è un coro: in Iran non ci sono problemi di criminalità, bisogna solo stare attenti al traffico perché in macchina vanno come i pazzi.
A quanto sembra però ci sono i "clan", proprio come qui da noi (e forse i siti per viaggiatori non ne parlano perché hanno adottato la teoria del "tanto si ammazzano fra di loro", senz'altro preferibile ai fini del profitto), ammazzano, ammazzano chi passa, ammazzano gli esponenti dei clan rivali e ammazzano le donne dei loro rivali.
E oggi le cronache e l'ironia o, meglio, la crudeltà della sorte, ci parlano di una donna messinese uccisa in Iran in una sparatoria fra clan rivali nella quale il marito iraniano è rimasto ferito. Sembra una beffa. E che bisogno c'era di andarsene a stare quattromila chilometri più in là per farsi ammazzare dai clan?
Ma c'è anche un altro particolare altrettanto raccapricciante: la siciliana in realtà è stata ammazzata tre giorni fa ma il marito non aveva parlato della scomparsa della moglie e secondo le agenzie - testuale - "non si esclude che la dimenticanza fosse dovuta allo stato confusionale, sebbene non sia stato ricoverato".
Cioè: c'è un terremoto devastante, sei spaesato e smarrito, vai a fare l'inventario delle cose rimaste sotto le macerie della tua casa, ricordi ogni spillo e persino su quale angolo del comodino avevi lasciato l'aspirina, sei certo di avere ricostruito tutto per filo e per segno, poi però qualcuno si mette a scavare e salta fuori - fino a quel momento nascosta alla vista e alla mente - l'orribile bomboniera di nozze di un parente acquisito che non sopporti. Ah, già, c'era pure quella.
E che bisogno c'era di andarsene a stare quattromila chilometri più in là per essere dimenticata come una cosa inutile?
Qui è uguale: se non ti ammazzano i clan, per sbaglio o per vendetta trasversale, se non ti ammazza un marito, un fidanzato, un compagno lasciato, ti ammazza comunque un marito, un fidanzato, un compagno - di solito un maschio di merda senza valore, come solo un mafioso o un paramafioso può essere - che ti assegna la stessa importanza dell'orribile bomboniera dell'odioso lontano parente.
lunedì 22 ottobre 2012
Il salvatore della Patria
Ma ve lo ricordate quando, alla fine di quel decennio di merda che furono gli anni Ottanta (ai quali questi anni somigliano in maniera inquietante), a Catania l'8% degli elettori votò per l'antiproibizionista Marco Pannella mandando ben cinque consiglieri - compreso lui, che era capolista - in Consiglio comunale?
Tutti accannati i catanesi, o almeno l'8% di essi? No, certo che no. Tutti divorzisti e abortisti? Ma manco per niente. Semplicemente, alcuni erano incazzati con democristiani e socialisti che avevano fatto strame della città, altri avevano bisogno di un buffone che li facesse ridere. O di un santone, di un fenomeno, un'apparizione che desse la sensazione di rompere gli schemi, che arringasse le folle (e quanta gente ai suoi comizi, a vedere lo spettacolo!) e si presentasse come salvatore della Patria. O come "il Salvatore", un imbonitore che si spaccia per figlio di un dio per farsi ubbidire da un popolo di selvaggi.
A quel tempo Pannella passava per essere uno di sinistra - e molti dei suoi seguaci, in buona fede, credevano che lo fosse -, poi si è scoperto che era uno di destra.
Vi ricorda qualcuno?
domenica 21 ottobre 2012
Tecnicamente
"Quando me lo chiedono quelli dello Stato che lavoro faccio, dico: faccio il lavoro che loro mi danno e che voi non mi date". Mario, o comunque si chiami, è un contrabbandiere napoletano, ma prima faceva il commesso in un negozio.
Licenziato perché gli affari erano calati e con una famiglia da mantenere. Al Tg3 che lo ha intervistato, ha raccontato che "loro" gli forniscono le sigarette e lui in un giorno fa 5/600 euro. Ammesso che lavori cinque giorni a settimana, sono 2.500 euro. Ma a lui "loro" - i camorristi - ne danno 200 a settimana, meno del 10%.
Ai suoi figli, che gli chiedono che lavoro faccia, risponde che fa sempre il commesso. Tecnicamente non mente: è pur sempre un venditore.
Tecnicamente, il governo che ha cancellato l'articolo 18 e con in esso il lavoro favorisce la camorra, la mafia, la ndrangheta, che per duecento euro a settimana consentono a Mario e a tutti i Mario come lui di mentire ai figli e far credere loro di fare un lavoro onesto.
Il colonizzatore nordico e la mafia che non c'è
Ecco lo ha rifatto. Ad aprile, quand'è venuto a Palermo per le amministrative di maggio, aveva detto che la mafia non strangola le sue vittime; oggi, ancora in Sicilia per le regionali, Beppe Grillo ha detto che in Sicilia la mafia non c'è più.
Allora, ascoltami bene, Beppe Grillo: puoi venire a dire tutte le stronzate che vuoi nei tuoi spettacoli da saltimbanco miliardario, ma non ti permettere di venirci a raccontare che la mafia non strangola o che non c'è più. Non si scherza con le cose serie e questa è una cosa serissima. Anzi, è tragica.
Vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido a 11 anni; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di Graziella Campagna, uccisa a 17 anni per avere scoperto casualmente l'identità di Gerlando Alberti junior; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, ai parenti di quei quattro bambini uccisi per avere scippato la madre di Nitto Santapaola; vienilo a dire in faccia, se hai coraggio, a noi tutti, parenti di bambini, ragazzi, giovani uomini e giovani donne potenzialmente uccisi dalla mafia e dai politici collusi con la mafia che negano loro il lavoro, un ambiente pulito, la salute; vallo a dire in faccia, se hai coraggio, a tutti quelli che non fanno in tempo ad aprire un negozio che subito si trovano dietro la porta gli esattori del racket delle estorsioni.
E dopo che tutti questi ti avranno fatto rifare a nuoto a calci in culo il percorso inverso, tornatene a casa tua e, invece di venire a farci le tue lezioncine da colonizzatore nordico, comprati un po' di libri e mettiti a studiare prima di parlare di una realtà complessa come quella siciliana. Scoprirai, per esempio, che per decenni, forse per secoli, i mafiosi (e i politici collusi) hanno negato l'esistenza della mafia. Però, grazie a ciò, hanno governato per almeno un cinquantennio. Non sarà che vuoi seguire la loro stessa strada?
sabato 13 ottobre 2012
Chiediamo scusa ai bambini
Credo che noi tutti genitori separati dovremmo chiedere scusa ai nostri bambini e attraverso loro a Leonardo. Perché forse pochissimi, lasciandosi con rancore, sono riusciti a tenerli fuori da ripicche, ricatti e dispetti. Gli altri, con sfumature diverse e a prescindere da livello culturale e condizioni economiche, siamo riusciti a dare il peggio di noi: alcuni magari con il nobile intento di richiamare maggiore attenzione proprio sui figli da parte del genitore distratto, altri perché hanno sempre gestito il matrimonio come un contratto e alla "rescissione unilaterale" rispondono con la pretesa del risarcimento del danno (che poi, dovrebbe essere l'Amore a farci causa, a tutti, per averlo ridotto una schifezza commerciale).
Ma il peggio del peggio lo abbiamo visto in questi giorni in tv, con le riprese (provvidenziali) del bambino che viene trascinato via a forza, tirato per i piedi dal padre e per le braccia da un poliziotto, squartato come un animale da macello, in perfetto stile poliziesco americano. Che, ahinoi, non è solo un film ma un'impostazione di vita: potenza, violenza e arroganza, nei confronti dei paesi più deboli, delle classi sociali più deboli, dei bambini più deboli. America.
Certo bisognerebbe conoscere la storia e i retroscena prima di parlare, ma non può non colpire che entrambi i genitori siano persone di cultura, lei farmacista e lui avvocato (ma la laurea per il mestiere più difficile del mondo non l'hanno ancora inventata), e non può non suscitare perplessità soprattutto il fatto che questo bambino - pur avendo ben due genitori - venga affidato a una casa-famiglia, per di più come alternativa più umana all'orfanotrofio, come ho sentito dire da qualche esperto intervistato. Orfanotrofio? E perché orfanotrofio, se il bambino orfano non è? E perché la casa famiglia? Perché affidarlo ad estranei e privarlo dell'affetto non solo di un genitore ma anche di nonni e zii? Nella sua famiglia sono tutti dei criminali incalliti che lo violentavano e gli spegnevano sulla carne le cicche di sigarette? E perché il bambino, che ha dieci anni, quindi sufficientemente in grado di capire cosa desidera, non è stato ascoltato quando si è trattato di affidarlo a uno dei due genitori? E comunque, anche se fosse stato il padre quello ritenuto più adatto dai giudici, dopo quella violenza documentata non sarebbe il caso di rivedere il giudizio?
Non è per buttarla sempre in politica, ma questa cosa mi fa pensare a un ex comunista, non più comunista dopo essere stato in Russia e avere visto "gli orrori del comunismo", che adesso si bea del suo appartenere alla cosiddetta superiorità occidentale. Ne vogliamo parlare degli orrori del capitalismo che a Taranto mette in atto uno sterminio di massa con il ricatto del lavoro? E ne vogliamo parlare dell'arroganza di poliziotti del civile mondo occidentale che - a Genova nei confronti di manifestanti pacifici e a Cittadella in quelli di un bambino di dieci anni - si comportano verso altri esseri umani come nel XVI secolo i conquistadores fecero con gli indios?
Dobbiamo chiedere scusa ai nostri bambini, perché troppo spesso li usiamo come armi improprie per i conflitti fra adulti e per averli messi nelle mani di una società di mostri che si credono semidei.
venerdì 12 ottobre 2012
Sindacato di lotta e di governo
E dunque Camusso sostiene Crocetta che ha sostenuto Lombardo che ha sostenuto la disoccupazione stabilizzando la precarizzazione e la "clientelarizzazione" del lavoro.
Se ne parlava da giorni, ma non ci volevo credere: il segretario nazionale del più grande sindacato italiano viene a Palermo e a Catania a sponsorizzare la candidatura alla presidenza della regione di uno che non ha provato la minima vergogna a fare da zerbino alle scelte di un presidente di regione indagato per mafia e che ha cancellato i diritti dei lavoratori, primo fra tutti lo stesso diritto al lavoro.
Di più: viene a sponsorizzare in pubbliche manifestazioni due candidate all'Assemblea regionale siciliana con Crocetta, una a Palermo e l'altra a Catania, dirigenti del sindacato, fingendo di ignorare che una terza dirigente autorevole di un pezzo importantissimo della Cgil - quella Fiom che si ostina a difendere i diritti dei lavoratori, cioè a fare il sindacato - è anche lei candidata e addirittura alla presidenza della regione.
Anche a voler sorvolare sulla scorrettezza - che potrebbe, con molti sforzi, essere derubricata a scelta personale - di un padre o di una madre che parteggi per l'uno o l'altro dei suoi figli, e anche a voler sorvolare sulla "disonestà intellettuale" di voler condizionare il voto degli iscritti, Camusso non sa cos'è diventato il suo sindacato in Sicilia? E non sa cos'è diventato in Sicilia il partito a cui fa riferimento? Non l'hanno informata? Non legge i giornali? Se è così, forse dovrebbe cambiare mestiere per inadeguatezza.
Oppure è informata, sa tutto e ha fatto una scelta ben precisa: fra il sindacato di lotta e di governo ha scelto quest'ultimo. Sindacato di governo Lombardo.
******
P.S.: Riporto un passaggio dell'articolo 5 dello statuto della Cgil. Titolo: Doveri delle iscritte e degli iscritti. Dice così: "Qualora assumano incarichi di direzione sono chiamati a svolgere i loro compiti con piena coscienza delle responsabilità che ne derivano nei confronti delle lavoratrici/lavoratori e delle iscritte/iscritti rappresentati, in modo particolare per quanto riguarda la coerenza dei loro comportamenti con i deliberati degli organi dirigenti, il loro obbligo di difendere l‟unità e l'immagine della CGIL..."
domenica 7 ottobre 2012
Ce l'han tutte
A proposito di Miss exfidanzatadiFiorito (al secolo Samantaconl'enfisema Reali, dettaglio inutile dal momento che la sua identità ha un senso solo in quanto legata al disgustoso similsuino di cui sopra) e della borsa di Gucci che ce l'hanno tutte - potenziale atto terzo del mozartiano "Così fan tutte" -, su cui si è soffermato egregiamente Michele Serra, vorrei dire alla signorina quanto mi diverto io, quando entro in un negozio, a vedere la faccia stravolta di proprietari e commesse alla mia risposta mentre, pensando di vincere così la mia titubanza ad acquistare un vestito o un pullover, mettono sul piatto quello che loro ritengono il carico da 90: "E' firmato". Oppure "Quest'anno si porta questo colore".
Io rispondo: "Allora non lo voglio", premurandomi di spiegare che io una cosa la compro perché mi piace, non perché è firmata o perché "si porta".
Ma io sono io e lei è l'exfidanzatadiFiorito. Anzi, direi di più: io sono, lei non è. Se non per essersi accompagnata a un uomo che trasuda lardo e soldi, bulimia gastronomica e pecuniaria.
Sa, signorina Samantaconl'enfisema, ce l'han tutte, ma non tutte la danno via per gioielli e borse firmate.
giovedì 4 ottobre 2012
Voti in saldo
Conversazione in Sicilia:
- Sono candidata...
- Mi dispiace, io te lo darei ma non te lo posso dare il voto: "iddu" mi dà quaranta euro in buoni benzina
- E quando sono finiti i quaranta euro sei di nuovo nella merda
- Lo so, ma "iddu" mi controlla, lo sa se gli ho dato il voto
Cosa vi sto raccontando di nuovo rispetto ai pacchi di pasta, alla lavatrice, alle scarpe di Achille Lauro una prima l'altra dopo il voto, ai buoni di benzina dell'anno scorso e di quello precedente e di quello prima ancora?
Niente, se non - come dire? - una revisione prezzi, come nelle gare d'appalto. Ma al ribasso: fino alle ultime elezioni in Sicilia il prezzo base di un voto era fra 50 e 100 euro; ora è 40.
C'entra la crisi globale dei mercati? Forse. C'entra, sicuramente, la disoccupazione che in Sicilia aumenta in maniera vertiginosa perché in questa terra in maniera scientifica non si fa niente per dare opportunità di lavoro. Anzi, si fa sempre meno. Così "iddu", ex assessore di qualche comune dal quale dipendono le vite dei più deboli, in campagna elettorale potrà prospettarti altri tre mesi di quel tuo lavoro precario di merda a duecento euro al mese e metterci sopra il "carico" di quegli altri 40. Però! Quaranta rispetto a duecento non è male: è il 20%. Il fatto è che praticamente è il 20% di zero, che sempre zero, sempre fame fa. Fame e ricatto; fame, ricatto e minaccia: no voto, no job.
E tu per quaranta euro, per quaranta schifosissimi euro che bastano a fare una spesa al supermercato e dopo tre giorni non c'è più niente - nemmeno la cacca prodotta mangiando per tre giorni - gli svendi a prezzi da saldi di fine stagione il tuo voto e la tua vita.
mercoledì 3 ottobre 2012
Complici
Appello ai miei colleghi giornalisti: potreste, per piacere, quando parlate di Fiorito (o chi per lui, assunto come paradigma) e dei suoi sodali politici, evitare di definirli "compagni" di partito?
Compagno è una parola nobile, è la più bella delle parole, perché condividi l'essenziale e quando con qualcuno condividi l'essenziale vuol dire anche che avete in comune le cose importanti: le idee, gli ideali, le ansie, le preoccupazioni, la felicità.
Questi non condividono il pane e figurarsi se possono avere in comune cose alte come il pensiero.
Vi suggerisco una serie di termini che si adatterebbero meglio: comostriche, comsuv, com(festadella)merda, comescort, commaldive, com(festadei)porci, companfilo, combillionaire, commazzetta, comruby, comfurto ...
E se poi comunque andate di fretta e non potete mettervi a cercare sinonimi, ce n'è uno che li racchiude tutti e ha lo stesso prefisso: complici.
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P.S. per Angelino Occhiodibue che, parlando di Fiorito, ha detto: "non consentirò di sporcare la storia di una grande partito, la sua dignità". Non vorrei infierire, ma forse Angelino dovrebbe rinfrescarsi memoria: perché i Fiorito e gli altri sono il frutto dell'esempio dato dal cosiddetto leader del cosiddetto grande partito, che ha sporcato la storia e la dignità di un paese intero. Abbia almeno il pudore di tacere.
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