giovedì 4 ottobre 2012

Voti in saldo

Conversazione in Sicilia: - Sono candidata... - Mi dispiace, io te lo darei ma non te lo posso dare il voto: "iddu" mi dà quaranta euro in buoni benzina - E quando sono finiti i quaranta euro sei di nuovo nella merda - Lo so, ma "iddu" mi controlla, lo sa se gli ho dato il voto Cosa vi sto raccontando di nuovo rispetto ai pacchi di pasta, alla lavatrice, alle scarpe di Achille Lauro una prima l'altra dopo il voto, ai buoni di benzina dell'anno scorso e di quello precedente e di quello prima ancora? Niente, se non - come dire? - una revisione prezzi, come nelle gare d'appalto. Ma al ribasso: fino alle ultime elezioni in Sicilia il prezzo base di un voto era fra 50 e 100 euro; ora è 40. C'entra la crisi globale dei mercati? Forse. C'entra, sicuramente, la disoccupazione che in Sicilia aumenta in maniera vertiginosa perché in questa terra in maniera scientifica non si fa niente per dare opportunità di lavoro. Anzi, si fa sempre meno. Così "iddu", ex assessore di qualche comune dal quale dipendono le vite dei più deboli, in campagna elettorale potrà prospettarti altri tre mesi di quel tuo lavoro precario di merda a duecento euro al mese e metterci sopra il "carico" di quegli altri 40. Però! Quaranta rispetto a duecento non è male: è il 20%. Il fatto è che praticamente è il 20% di zero, che sempre zero, sempre fame fa. Fame e ricatto; fame, ricatto e minaccia: no voto, no job. E tu per quaranta euro, per quaranta schifosissimi euro che bastano a fare una spesa al supermercato e dopo tre giorni non c'è più niente - nemmeno la cacca prodotta mangiando per tre giorni - gli svendi a prezzi da saldi di fine stagione il tuo voto e la tua vita.

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