mercoledì 15 gennaio 2014

Pene alternative


Quando questa storia sarà finita e - come si dice - accertate le responsabilità, i giudici che dovranno emettere una sentenza di condanna dovrebbero prevedere delle pene alternative: alternative alle pene alternative già previste dal codice.
Dunque: la storia è quella della scuola di Sulmona ricostruita dopo il terremoto in Abruzzo. E' costata un quinto di quanto non sia stata effettivamente pagata e i lavori di consolidamento delle fondazioni sono stati fatti risparmiando sui "micropali", insomma quei pali di fondazione che - se non ho capito male - dovrebbero servire a consolidare una struttura e sarebbero una soluzione meno ingombrante dei normali pali: ce ne volevano 80, ne hanno usati appena una cinquantina. Come nella famosa barzelletta sui socialisti che girava negli anni Novanta sull'autostrada.
Qui il politico coinvolto è del Pdl. Verrebbe da dire "come sempre", se non fosse che ormai quelli del Pd ci hanno costretti a convertirci al principio della relatività: come quasi sempre. E soprattutto, se nella barzelletta l'autostrada non veniva neppure costruita, in questa tragedia la scuola esiste già e vuol dire centinaia di ragazzi che ogni giorno per almeno cinque ore al giorno stanno seduti su una sedia a tre gambe.
E allora, quando questa storia sarà finita, non mandateli in carcere (e quando mai qualcuno di questi c'è rimasto più di qualche settimana); non metteteli agli arresti domiciliari nelle loro lussuose case costruite solidamente con i soldi delle mazzette e dove certamente troverebbero il modo di comunicare e condurre in porto i loro affari lerci; non affidateli ai servizi sociali: è tempo perso. Condannateli, invece, a trasferire in quella scuola di Sulmona i loro studi professionali e le loro segreterie politiche e a frequentarli obbligatoriamente almeno cinque ore al giorno, sei giorni alla settimana, per nove mesi l'anno, come fanno centinaia di studenti, professori e dipendenti.
Se non muoiono d'infarto per la strizza, al pensiero del Titanic su cui ballano, forse capiscono.

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