Vogliamo provare a fare il punto della situazione?
Comincerei con degli esempi, se siete d'accordo, così ci capiamo meglio.
Dunque: se uno
vuole fare il giornalista, comincia facendo il "biondino" (cioè fa il
cane), diventa redattore, caposervizio, caporedattore, vicedirettore e - se è
bravo oppure leccaculo (anche questo richiede una certa abilità) - c'è il caso
che, dopo lunga e sofferta trafila, diventi direttore.
Così se vuoi
intraprendere la carriera universitaria: per quanto michelmartone figlio di
papà e raccomandato tu possa essere, puoi non aver fatto l'asilo a causa di
genitori iperapprensivi, ma scuole elementari, medie, liceo e università da
studente e poi da assistente o ricercatore li devi avere frequentati prima che
ti diano la cattedra. Sia pure con un concorso-vestito della tua taglia.
Stessa storia
se ambisci a fare il primario ospedaliero: asilo, elementari, medie, liceo,
università, reparto a fare lo zerbino e a prenderti responsabilità che non ti
spettano, pratica post-laurea, specializzazione e alla fine se sei molto, ma
molto bravo diventi primario. Lo diventi anche se sei molto, ma molto
raccomandato, ma lo "sconto" sui circa vent'anni che passano
dall'asilo alla laurea non te lo fa nessuno.
Ora io vorrei
capire per quale ragione uno che ha in mano il destino di sessanta milioni di
italiani, prima di arrivare in Parlamento non debba essere passato dal
consiglio di quartiere, dal consiglio comunale, da quello regionale, eccetera,
magari mettendoci in mezzo anche un po' di scuola di partito. Perché poi il
rischio - come è sotto gli occhi di tutti ultimamente - è che finisca a
frittatona di cipolla, Peroni gelata, tifo indiavolato e rutto libero, con
contorno di pompini e boia chi molla (peraltro al maschilista 2.0 bisognerebbe
spiegare che le deputate del Pd - con qualche eccezione - sono lì non perché si siano cimentate
nell'arte prevalentemente femminile della fellatio, ma perché hanno praticato
quella totalmente maschile dell'esercizio del potere fine a se stesso). Li
hanno scelti immacolati come la madonna - primo caso nella storia di
insaputismo coeundi -, mettendo come pregiudiziale il non essersi mai candidati
con alcun partito, perché i partiti sono tutti uguali e fanno tutti ugualmente
schifo, e si sono ritrovati come un astemio che si è appena scolato una
bottiglia di whisky o come un gatto a cui abbiano tagliato le vibrisse.
Il problema
vero, però, è che ormai il grillismo è diventato di moda e il vaffanculo
riflesso condizionato verso tutto ciò che attiene ai partiti. Anche a quelli
che hanno fatto tante cazzate (pagate solo da noi, militanti, dirigenti ed
elettori di quei partiti ridotti allo zerovirgola), ma mai porcate (pagate da
tutti gli italiani). E dunque mi preoccupa non poco, ora che si sta tentando
faticosamente ma sinceramente di farci adulti e ricostruire ciò che si era
distrutto, che ci sia chi - dall'alto del suo ruolo di intellettuale che ha
passato gli ultimi anni seduto comodamente a scrivere di ciò che accadeva ma
mai a sporcarsi le mani o, peggio, a votare Pd pur essendo chiara la deriva che
stava prendendo - ponga delle condizioni: ci spiegano che alle prossime europee
nella futura lista di sinistra dovranno essere candidate "persone, anche
con appartenenze partitiche, che non abbiano avuto incarichi elettivi e
responsabilità di rilievo nell’ultimo decennio". Più che un appello, messa
così, mi sembra una condanna sommaria (sono tutti uguali, fanno tutti schifo) e
senza appello.
ci sono parecchie cose che non tornano. Si vuole evitare che ci siano capi di partito che decidano per te ma alla fine saranno i promotori a decidere per tutti?
RispondiEliminaDobbiamo discuterne al più presto. probabilmente ci sarà una riunione Lunedì