Oggi non ci sono andata alla manifestazione dei
lavoratori della Micron, 128 fra le migliaia licenziate ultimamente senza
motivo da multinazionali di settori in espansione che hanno colonizzato il
territorio e adesso, con la complicità del governo dei padroni, vanno dove i
lavoratori si sfruttano ancora di più. Non ci potevo andare perché ero a
guadagnare qualche centesimo: sono di nuovo nell'età dei lavoretti. Ti fa
sentire giovane - non c'è che dire - andare per tentativi, quando invece
dovresti andare all'Inps a farti fare il conteggio per la pensione.
Qualche giorno
fa ero stata alla loro assemblea e, quando ho sentito incrinarsi la voce di uno
di loro, quando ho sentito il più razionale degli interventi tramutarsi nel più
irrazionale moto nell'animo, non ce l'ho fatta più e sono stata costretta ad
uscire. Sì, certo, non è la prima volta: sono decenni che vedo lavoratori
piangere per la loro vita caduta in pezzi. Ho visto gli operai della Cesame e
quelli della Riela, quelli dei supermercati e quelli degli aeroporti, cinquantenni,
piangere come bambini nella consapevolezza di essere già morti e di non avere
più speranze. In più questi sono dei ragazzi, quelli che ipocritamente vengono
definiti "il nostro futuro" mentre non sono il futuro neanche di se
stessi: sono poco più che trentenni - hanno l'età in cui la vita andrebbe
affrontata con leggerezza, spavalderia, coraggio e fiducia - e in più sono
iperspecializzati. Ma in questo Paese della lotta di classe all'incontrario,
padre snaturato che odia i suoi figli, dove persino il sindacato sta dalla
parte del padrone e tende a fare fuori l'unico pezzetto che ancora fa il suo
mestiere, quei ragazzi sanno che la loro vita è finita proprio quando avrebbe
dovuto cominciare.
Ho visto le
foto con i cartelli che vanno portando a tutte le manifestazioni: "Davide,
assunto in St nel 2003, svenduto a Numonyx nel 2008, svenduto a Micron nel
2010, esubero dal 21 gennaio 2014"; un altro "Davide, assunto in St
nel 1999, svenduto a Numonyx nel 2008, svenduto a Micron nel 2010, esubero dal
21 gennaio 2014"; "Tiziana, assunta in St nel 2000, svenduta a
Numonyx nel 2008, svenduta a Micron nel 2010, esubero dal 21 gennaio
2014"; "Mario, assunto in St nel 2000, svenduto a Numonyx nel 2008,
svenduto a Micron nel 2010, esubero dal 21 gennaio 2014"....
Come se fossero
annunci dei saldi di fine stagione di un intero Paese in svendita.
O come se
fossero lapidi.
E non dovremmo
forse "restaurare l'odio di classe", come diceva Sanguineti? "Bisogna
invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo
ricambiare. Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve
farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e
svenduta in assoluto? Recuperare la coscienza di una classe del proletariato di
oggi, è essenziale. E importante riaffermare l’esistenza del proletariato.
Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i
pensionati".
Cioè quasi
tutti, a partire dai "ragazzi" della Micron: una quantità spaventosa di
donne e di uomini che non hanno mai saputo o non ricordano che una volta i
lavoratori più fortunati scioperavano per solidarietà con quelli che rischiavano
il licenziamento e che non hanno mai saputo o non ricordano che una volta in
Italia c'era un partito che stava dalla parte dei lavoratori. E dire che, oggi
più che mai, ci vorrebbe come il pane.
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