domenica 18 dicembre 2011

De trinicato (elegia)

"U massaru Tanu" era un artista nel rollare le sigarette. A volte lo faceva con una sola mano con piccoli gesti eleganti e, nel momento in cui incollava la cartina, sembrava stesse suonando un flauto traverso. Io, bambina, lo guardavo ammirata e affascinata come quando t'incanti davanti ai primi raggi di sole che all'alba si sbriciolano sul mare o quando gusti una pietanza della tradizione locale e scopri che le più buone - forse perché dentro hanno tutta la sofferenza del mondo - sono proprio quelle frutto della povertà e della necessità che ti costringono ad inventarti di tutto.
U massaru Tanu era un contadino, povero, il più povero tra i poveri di un'Italia che ancora sentiva le macerie della guerra, di quelli che andavano avanti a "pani e anciovi" - dove per "anciovi" si intendeva non l'acciuga, ma il profumo che lasciava dopo essere stata strofinata sul pane - ma (e forse proprio per questo) nessuno si sarebbe mai sognato di dirgli che doveva privarsi persino del piccolo piacere del trinciato.
Oggi invece un governo di destra, che coltiva l'odio di classe, dopo aver preso a bastonate i pensionati, le donne, i giovani, i precari - come un killer professionista che ti spara alla nuca -, ti dà il colpo di grazia e aumenta il costo del tabacco da sigaretta.
So perfettamente che non è il principale dei nostri problemi, ma è come il fiocchetto senza il quale un pacco dono non sarebbe un pacco dono. E il pacco-bomba fornito dal governo Monti agli italiani non poteva essere tale se non infiocchettato dall'ennesima rapina ai danni dei più deboli. Perché aumenta il trinciato, ma non le sigarette, che ormai in pochissimi - cioè i ricchi - possono permettersi.
Chiunque fumi o frequenti fumatori sa benissimo che negli ultimi due anni è cresciuto il numero di quelli che sono passati dalle sigarette al tabacco da rollare. All'inizio ci guardavano strani: credevano ci facessimo le canne per strada. Ora forse è il contrario, perché nel frattempo giovani, pensionati, disoccupati, cassintegrati, insegnanti, intellettuali - i poveri, insomma, tutti "massaru Tanu" - si sono "convertiti" a cartine e tabacco. Prima era solo "alternativo", ora è l'unica alternativa. C'è chi dice che faccia meno male delle sigarette: forse una motivazione nobile per non ammettere chiaramente che quei cinque euro a pacchetto sono diventati via via impossibili per la gran parte degli Italiani. Io non sono così sicura di questa tesi, non mi illudo: a produrlo sono sempre le multinazionali, per definizione assassine (ricordate quando quelle del farmaco s'inventarono l'influenza suina perché dovevano smerciare rapidamente i loro inutili prodotti?), che certamente non hanno a cuore la salute dei loro "clienti" e chissà che porcherie ci mettono dentro. Resta il fatto che comunque con il tabacco fumi di meno, non foss'altro che perché dover rollare una sigaretta ti fa perdere più tempo del gesto automatico di aprire il pacchetto e tirarne fuori una.
Sì, lo so. Adesso qualcuno (facendomi venire voglia di farmene quattro una dietro l'altra) mi dirà: "Ma non sarebbe meglio non fumare affatto?" Certo, che sarebbe meglio. Ma voi ricchi che vi siete arricchiti frodando il fisco, sfruttando i lavoratori, corrompendo e facendovi corrompere, e voi governo di destra che fate gli interessi di quei ricchi lì - siccome ci avete tolto (e a una parte sempre crescente di Italiani) la possibilità di comprare libri, andare al cinema, frequentare scuola e università, acquistare un cd musicale, farsi un week-end fuori, mangiare pesce, mangiare tout court -, rischiate che diventiamo nervosi. E se diventiamo nervosi e non ci possiamo permettere nemmeno un po' di trinciato per scaricare il nervosismo, è possibile che ci sfoghiamo con voi.

6 commenti:

  1. Brava...sono d'accordo con te...hai ma pensato di scrivere un libro? La prima parte del tuo post la trovo incantevole...Pensaci.
    Ciao Giuseppe

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  2. Grazie. Sì, di pensare ci ho pensato....è che le case editrici non sono d'accordo. :-)

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  3. Con la prossima manovra troveranno il modo di tassare anche l'aria che respiriamo, a seconda delle dimensioni dei nostri polmoni

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  4. Non gettare la spugna...sii testarda alla fine una casa editrice anche se piccola la trovi...ne sono certo.
    Hai un dono...non buttarlo via!
    Ciao Giuseppe

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  5. Credimi, non ne posso più. Sono più di vent'anni che sbatto da una casa editrice all'altra e le risposte sono di due tipi: 1) non rientra nei nostri piani editoriali (con la variante: abbiamo la programmazione completa fino al 3025); 2) le invieremo una proposta editoriale (che vuol dire che se paghi pubblicano qualunque cagata). A queste recentemente si è aggiunta la "trovata" di alcune case editrici fra le maggiori che ti danno l'illusione di farle pubblicare con loro solo perché ti stampano il libro a pagamento (ad un costo che se vai dal tipografo sotto casa per la metà ti stampano milioni di copie) e te lo vendono attraverso il loro sito, ma non ci mettono il loro logo (quindi, la faccia). E c'è chi, pateticamente, paga migliaia di euro per convincersi di avere pubblicato con...

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  6. Che dire...capisco perfettamente il tuo stato d'animo...ma non rinunciare...lotta sempre, fai in modo che questa sia la tua arma...sono certo che alla fine ce la farai.
    Lotta, lotta, lotta e lotta ancora!.... :-)
    Ciao Giuseppe

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