mercoledì 8 aprile 2015

Un giorno di ordinaria follia


Ogni volta che mi trovo ad andare in una delle sedi Asp di Catania (avete presente la sanità siciliana, quella dove ogni cosa costa più che in ogni altra parte del mondo?), almeno quelle che mi capita di frequentare, ho la sensazione che quei palazzi da quando sono stati costruiti non siano mai stati ripuliti né dentro né fuori: intonaco caduto, cartacce, cicche, pavimenti anneriti, marmo ingiallito come dita immerse quotidianamente e da decenni nella nicotina.
Ufficio esenzione ticket della sede che si trova nella cosiddetta zona "in", quella dove abitano i signori che comunque si guardano bene di mischiarsi alla plebe preferendo il solito squillo (nel senso prostitutivo del termine) all'amico che li farà passare saltando la fila: centinaia di persone arrivate da ogni parte della città (perché nessuno ha detto loro che potevano farlo anche nella sede vicino casa), con i capelli ingrigiti dall'età, dalle malattie e dalla disoccupazione, schiaffeggiate da rasoiate di vento gelido, fuori, ammassate davanti a un cancello dove una tipa si sgola a chiamare numeri e nomi segnati con grafie incerte su un foglietto sgualcito e di tanto in tanto minaccia come a bambini di una classe impazzita: "Se parlate tutti non sentite il vostro nome e io vi cancello!"
A un certo punto ti dicono che di tutti quelli ancora presenti dopo ore all'inpiedi e al freddo, ne faranno entrare soltanto una ventina e chi s'è visto s'è visto: alle 12,30 si chiude e gli impiegati non hanno intenzione di restare un minuto di più, perché non sono dipendenti Asp. Scopro che si tratta di personale di patronati che lavorano lì "in partnership", cioè - deduco - in convenzione. Cioè - deduco - pagati extra perché la Asp non ha abbastanza gente da mettere allo sportello. E perché con tutti i soldi che spendono e con tutti i disoccupati che ci sono in Sicilia non assumono stabilmente altra gente?
Su Internet - dove immagino navighi meno dell'1% delle persone in attesa, molte delle quali non sono neppure in grado di capire che devono mettere una x su un quadratino - trovo un pippone propagandistico che ci spiega come "In vista del rinnovo delle esenzioni ticket per reddito l’Asp Catania ha adottato una serie di azioni per garantire ai cittadini servizi migliori e tempi più celeri per il relativo rinnovo". Un'intera mattinata al freddo e al gelo e con il rischio di dover tornare il pomeriggio sarebbe inquadrabile nella tipologia "servizi migliori e tempi più celeri"? E se i servizi non fossero stati migliori cosa avrebbero fatto, ci avrebbero mandati a spalare neve in Siberia?
Sembra che questa cosa succeda ogni volta che c'è da rinnovare l'esenzione e sembra che ogni anno l'Asp comunichi che si sta attrezzando, sempre per fornire "servizi migliori e tempi più celeri", ma il risultato è che ogni giorno di ordinaria follia centinaia di persone restano in attesa fuori dal cancello, che piova o ci siano 40 gradi all'ombra. E senza che a nessuno venga in mente almeno di installare uno di quegli eliminacode da due lire che si trovano pure in salumeria.
In mezzo, fra una fila e l'altra, da un anno all'altro, ci sono nomine "rivoluzionarie" di manager e - viste le bacchettate della Corte dei Conti - grandi promesse di revisione della spesa. Naturalmente sulla pelle di gente malata e senza lavoro, che di spesa non può fare nemmeno quella al mercato rionale.

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