Ogni volta che mi
trovo ad andare in una delle sedi Asp di Catania (avete presente la sanità
siciliana, quella dove ogni cosa costa più che in ogni altra parte del mondo?),
almeno quelle che mi capita di frequentare, ho la sensazione che quei palazzi da
quando sono stati costruiti non siano mai stati ripuliti né dentro né fuori:
intonaco caduto, cartacce, cicche, pavimenti anneriti, marmo ingiallito come
dita immerse quotidianamente e da decenni nella nicotina.
Ufficio esenzione ticket della sede che si
trova nella cosiddetta zona "in", quella dove abitano i signori che
comunque si guardano bene di mischiarsi alla plebe preferendo il solito squillo
(nel senso prostitutivo del termine) all'amico che li farà passare saltando la
fila: centinaia di persone arrivate da ogni parte della città (perché nessuno
ha detto loro che potevano farlo anche nella sede vicino casa), con i capelli
ingrigiti dall'età, dalle malattie e dalla disoccupazione, schiaffeggiate da
rasoiate di vento gelido, fuori, ammassate davanti a un cancello dove una tipa
si sgola a chiamare numeri e nomi segnati con grafie incerte su un foglietto sgualcito
e di tanto in tanto minaccia come a bambini di una classe impazzita: "Se
parlate tutti non sentite il vostro nome e io vi cancello!"
A un certo punto ti dicono che di tutti quelli
ancora presenti dopo ore all'inpiedi e al freddo, ne faranno entrare soltanto
una ventina e chi s'è visto s'è visto: alle 12,30 si chiude e gli impiegati non
hanno intenzione di restare un minuto di più, perché non sono dipendenti Asp.
Scopro che si tratta di personale di patronati che lavorano lì "in
partnership", cioè - deduco - in convenzione. Cioè - deduco - pagati extra
perché la Asp non ha abbastanza gente da mettere allo sportello. E perché con
tutti i soldi che spendono e con tutti i disoccupati che ci sono in Sicilia non
assumono stabilmente altra gente?
Su
Internet - dove immagino navighi meno dell'1% delle persone in attesa, molte
delle quali non sono neppure in grado di capire che devono mettere una x su un
quadratino - trovo un pippone propagandistico che ci spiega come "In vista del rinnovo delle esenzioni ticket per reddito l’Asp Catania
ha adottato una serie di azioni per garantire ai cittadini servizi migliori e
tempi più celeri per il relativo rinnovo". Un'intera mattinata al freddo e
al gelo e con il rischio di dover tornare il pomeriggio sarebbe inquadrabile
nella tipologia "servizi migliori e tempi più celeri"? E se i servizi
non fossero stati migliori cosa avrebbero fatto, ci avrebbero mandati a spalare
neve in Siberia?
Sembra
che questa cosa succeda ogni volta che c'è da rinnovare l'esenzione e sembra
che ogni anno l'Asp comunichi che si sta attrezzando, sempre per fornire "servizi
migliori e tempi più celeri", ma il risultato è che ogni giorno di ordinaria follia centinaia
di persone restano in attesa fuori dal cancello, che piova o ci siano 40 gradi
all'ombra. E senza che a nessuno venga in mente almeno di installare uno di
quegli eliminacode da due lire che si trovano pure in salumeria.
In mezzo,
fra una fila e l'altra, da un anno all'altro, ci sono nomine
"rivoluzionarie" di manager e - viste le bacchettate della Corte dei
Conti - grandi promesse di revisione della spesa. Naturalmente sulla pelle di
gente malata e senza lavoro, che di spesa non può fare nemmeno quella al
mercato rionale.
Nessun commento:
Posta un commento