giovedì 23 aprile 2015

Ballon d'essai


La fregola di scoop fa i gattini ciechi. Insomma, tutti pronti a rivalutare Fornero, Padoa Schioppa e tutti i papà di figli sulla vicenda dei giovani che avrebbero rifiutato il lavoro all'Expo. Articolone indignato sul Corriere: ma come, rinunciano a uno stipendio da 1300 euro?
E giù il coro di vergogna, fannulloni, choosy, bamboccioni, scioperati e tutti quei commenti pronunciati con la bocca a culo di gallina da signori benestanti e anziani prima ancora di sapere di cosa si trattasse, forse soltanto per odio (invidia?) generazionale.
Ora io non so esattamente come siano andate effettivamente le cose e quindi non mi pronuncio. Però vorrei fare due o tre appunti.
1) Expo è una vetrina, ai giovani di questi tempi piace stare in vetrina (grandi fratelli e isole varie) e pagherebbero per farlo, perché a questo li ha allevati la società dell'immagine. Dunque, se hanno rinunciato, facciamoci venire il dubbio che ci sia un motivo.
2) Il sasso è stato già lanciato nello stagno e attraverso la condivisione sui social ha già prodotto migliaia di cerchi concentrici di indignazione nei confronti di questi giovani presunti fainéants: gli articoli continueranno a girare in rete, riappariranno ancora fra mesi, anche a Expo concluso, e tutti continueranno a indignarsi verso chi avrebbe dato un calcio alla fortuna senza che nessuno - e men che meno il primo giornale che ha lanciato la notizia (o era un ballon d'essai?) - si sia preoccupato di seguire una delle regole base del giornalismo e del buon senso, cioè intervistare l'altra parte, quella accusata. E, no, non fate i furbi: riprendere qualche commento da Facebook non è uguale a intervistare la controparte o più di una controparte e mettere a confronto le testimonianze.
3) Per tagliare la testa al toro ed evitare di gettare fango su un'intera generazione per l'eternità, magari si sarebbe potuto aspettare qualche giorno, guardare le carte e verificare se effettivamente - come sostengono molti di quelli che hanno rinunciato - i 1.300 euro al mese erano una bufala che si riduceva a 500 e, tolte le spese, a 100 e se poi il contratto ai ragazzi che hanno accettato è stato fatto realmente. Magari si sarebbe venduta qualche copia in meno, ma probabilmente si sarebbe evitato di innescare la solita guerra fra poveri che fa bene solo ai ricchi.
Ah, già, dimenticavo: il Corriere è "i ricchi".

2 commenti:

  1. dommage que je ne puisse saisir le sens de ce que vous écrivez...même avec la traduction mais je sais que ce n'est que de l'authentique et du sincère, ciao Patrizia!

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    1. Merci, Béa. J'essai de vous expliquer des trucs d'Italie que peut-être vous ne connaissez pas et qui vous empechent de comprendre le texte.
      "Bamboccioni", "choosy", etc. sont des mots que des politiciens italiens ont affublé aux jeunes au chômage pour les accuser d'être des enfants gâtés.
      "Il Corriere" c'est le plus connu journal italien et aussi le plus voisin au gouvernement (quelle que ce soit sa couleur), qui accuse les jeunes d'avoir refusé un travail bien payé à l'occasion de l'Exposition universelle de Milan. Le fait est qu'ils ont donné une fausse nouvelle, peut-être pur démontrer ce que soutiennent ceux qui ont effacé le droit au travail.

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