domenica 19 aprile 2015

Prof, ho capito bene?

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Io qualche professore reazionario l'ho avuto quand'ero a scuola e pure qualcuno molto ignorante. Anzi, spesso le due cose coincidevano. Con qualcuno ho litigato a sangue perché proprio non sopportavo quel suo spiegarci la letteratura italiana limitandosi a leggere dal libro di testo omettendo gli incisi. In pratica facendo quello che fa chiunque studi sottolineando. Come dire? Grazie al cazzo, questo lo so fare da me. Da te mi aspetterei qualcosa di più.
Però sia gli insegnanti bravi che quello reazionario e ignorante - non foss'altro che per farci vedere che pure lui aveva studiato il greco - non facevano altro che sottolineare l'importanza della politica, di quel fare politica che significava occuparsi della polis e quindi di tutto ciò che riguarda ogni cittadino. Non solo: manifestavano (pure il prof ciuccio) apprezzamento e ammirazione per quegli studenti che leggevano, andavano al cinema e a teatro, facevano politica. Eppure a quei tempi non era una cosa insolita.
Oggi, che uno studente così è una perla rara e te la sogni una che va benissimo a scuola, ha mille interessi e fa pure politica, un'insegnante ottusa invece di fare i salti di gioia per avere trovato qualcuno con cui finalmente parlare le fa i cazziatoni. Sicché una mia giovanissima compagna che risponde proprio a questi "requisiti" è stata ripetutamente e pesantemente redarguita dall'insegnante di italiano secondo la quale i giovani non devono occuparsi di politica.
Prof, ho capito bene? I giovani non devono occuparsi della solidità delle scuole dove passano gran parte della giornata? Non devono occuparsi delle buche nelle strade che percorrono in motorino rischiando la vita? Non devono occuparsi delle cose che studiano a scuola e dalle quali dipenderà il loro futuro? Non devono occuparsi della mancanza di lavoro che li colpirà appena usciti da scuola?
Prof, parla seriamente o voleva soltanto scherzare? No, perché se parla seriamente c'è seriamente da preoccuparsi. Perché vuol dire che lei odia il suo lavoro e non ha nessuna voglia di formare "cittadini" e di stimolare in loro lo spirito critico, ma preferisce degli automi con lo sguardo e il cervello spento. Probabilmente perché così, se lei dice una cazzata, non rischia che ci sia qualcuno che glielo fa notare come accadeva al mio insegnante di italiano del liceo.
E poi un'altra cosa: la mia giovanissima amica comunista mi riferisce che secondo lei i suoi ideali sono "sbagliati". Scusi, prof, glielo dico con affetto e con tutto il rispetto: chi cazzo è lei (e chiunque) per decidere se gli ideali di un altro sono giusti o sbagliati e per rendergli la vita un inferno proprio a causa dei suoi ideali? Sa, c'è stato un periodo in Italia dove succedeva persino che ti incarcerassero (mai sentito parlare di un certo Antonio Gramsci?) e ti ammazzassero perché ritenevano "sbagliati" i tuoi ideali. Non vorrei che per lei quel periodo storico fosse ispirazione di vita. Perché gli ideali della mia amica potranno pure essere "sbagliati", ma i suoi (non so se questo lo ha studiato quando era a scuola e poi all'università o le è sfuggito) oggi in Italia - grazie a tutti quelli che hanno combattuto per la libertà - sono fuorilegge.

1 commento:

  1. i giovani devono fare politica invece.
    sugli ideali comunisti... beh un docente non dovrebbe cercare di influenzare un giovane. al massimo può consigliare di leggere tutte le fonti. cosa che chi ha ideali comunisti o fascisti ha fatto poco solitamente.

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