Gentile signor Armani, sono assolutamente d'accordo
con lei: "La chirurgia estetica è un'idiozia".
E' su tutto il
resto che non la seguo. Lei sostiene che un gay "è un uomo al 100%" e
dunque non deve "vestirsi da omosessuale". Facile per lei: a parte
che con il mestiere che fa se anche lei fosse un gran scopatore seriale di
femmine la bollerebbero come gay "a prescindere", poi con tutti i
soldi che ha lei può permettersi il lusso di essere quello che vuole senza che
nessuno osi contestarla. Perché da noi funziona così: se hai i soldi puoi fare
quello che vuoi (anche ammazzare, rubare, corrompere), altrimenti non hai
nemmeno il diritto di vivere.
E qui di
diritti si parla, che in alcuni casi - visto che gli altri si rifiutano di
accettare la realtà - vanno rivendicati anche vestendosi in modo
"strano". Che poi, francamente, intanto io di tutti i gay che conosco
non ne ho mai visto uno vestito "da omosessuale" (intende, per caso,
con piume di struzzo e lustrini in stile Cage aux folles? Ma dove li ha visti,
se non al cinema?), e in secondo luogo se a un maschio machissimo piace
indossare una camicia a grandi fiori colorati stile hawaiano, avrà il diritto
di vestirsi come cazzo gli pare? Se poi parliamo di buon gusto, è ovvio che un
indumento di quel genere non è il massimo della "sciccheria" né per
un etero né per un gay e nemmeno per una donna. Come non lo è abbinare i colori
come se si fosse stati risucchiati nel bel mezzo di una tempesta magnetica. Ma
questo è un altro discorso.
Ho il timore
che quello che la scandalizza sia appunto la rivendicazione dei diritti per
tutti i gay - e non solo per gli straricchi al 100% come lei -, così come
qualche decennio fa scandalizzavano i nostri gonnelloni a fiori e gli zoccoli
ai piedi.
Quello che
scandalizza me, invece, è che lei possa portare le sue società all'estero per
evadere il fisco e poi uscirsene con una transazione.
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