venerdì 29 maggio 2015

La missione di Don Dino


Placido Greco, il prete arrestato qualche giorno fa per pedofilia esercitata prevalentemente alla stazione Termini di Roma, nella cui casa sono state trovate ben 1.700 foto di ragazzini nudi, alla magistrata che lo ha interrogato ha spiegato, placidamente, che lui si limitava ad assecondare ragazzi che ambivano ad entrare nel mondo del cinema porno e quindi li aiutava a realizzare dei book fotografici.
Quindi la sua missione non sarebbe - come ci hanno fatto credere nei secoli - "redimere", far capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, andare a parlare con genitori, insegnanti, assistenti sociali e con tutti quelli in grado di aiutare e seguire un ragazzino che ha imboccato una strada pericolosa, ma sarebbe semplicemente e letteralmente una missione del cazzo. Il suo.
Talmente sicuro della propria impunità e della capacità tutta pretesca di irretire, al punto da farsi beffe degli inquirenti, alla gip che gli chiedeva il perché di tutte quelle foto a casa, ha risposto soltanto che le teneva perché erano belle e di tanto in tanto le guardava. Placidamente.
Il fatto è che "Don Dino" - così lo chiamano, come il personaggio di uno dei due episodi di "Colpi di fulmine" interpretato da Christian De Sica che tutto era fuorché un prete - è stato accusato in maniera circostanziata da una delle sue vittime che ha indicato appunto nella stazione della capitale uno dei luoghi di incontro. E anche in questo caso, placidamente e con la precisione del killer che si costruisce un alibi perfetto, minuzioso e dettagliato come si conviene al protagonista di un noir, ha chiarito che lui alla stazione ci va a fare beneficenza alla gente bisognosa. Bisognerebbe farsi chiarire il suo concetto di beneficenza. Dai 40 ai 50 euro per una prestazione sessuale è beneficenza? Anche i proventi dei libri porno che, secondo il pm, il prete scrive sotto il poco fantasioso pseudonimo di Gabriele Doni vanno in beneficenza?
E' probabile che Dondi' - come cantilenava la perpetua nel film con De Sica - la beneficenza la faccia a se stesso, pagando i ragazzini con i diritti del libro oppure addirittura con l'otto per mille. Ma immagino che per monsignor Parolin questa non sia una sconfitta per l'umanità.

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