Placido Greco, il prete arrestato qualche giorno fa
per pedofilia esercitata prevalentemente alla stazione Termini di Roma, nella
cui casa sono state trovate ben 1.700 foto di ragazzini nudi, alla magistrata
che lo ha interrogato ha spiegato, placidamente, che lui si limitava ad
assecondare ragazzi che ambivano ad entrare nel mondo del cinema porno e quindi
li aiutava a realizzare dei book fotografici.
Quindi la sua
missione non sarebbe - come ci hanno fatto credere nei secoli -
"redimere", far capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, andare
a parlare con genitori, insegnanti, assistenti sociali e con tutti quelli in
grado di aiutare e seguire un ragazzino che ha imboccato una strada pericolosa,
ma sarebbe semplicemente e letteralmente una missione del cazzo. Il suo.
Talmente
sicuro della propria impunità e della capacità tutta pretesca di irretire, al
punto da farsi beffe degli inquirenti, alla gip che gli chiedeva il perché di
tutte quelle foto a casa, ha risposto soltanto che le teneva perché erano belle
e di tanto in tanto le guardava. Placidamente.
Il fatto è che
"Don Dino" - così lo chiamano, come il personaggio di uno dei due
episodi di "Colpi di fulmine" interpretato da Christian De Sica che
tutto era fuorché un prete - è stato accusato in maniera circostanziata da una
delle sue vittime che ha indicato appunto nella stazione della capitale uno dei
luoghi di incontro. E anche in questo caso, placidamente e con la precisione
del killer che si costruisce un alibi perfetto, minuzioso e dettagliato come si
conviene al protagonista di un noir, ha chiarito che lui alla stazione ci va a
fare beneficenza alla gente bisognosa. Bisognerebbe farsi chiarire il suo
concetto di beneficenza. Dai 40 ai 50 euro per una prestazione sessuale è
beneficenza? Anche i proventi dei libri porno che, secondo il pm, il prete
scrive sotto il poco fantasioso pseudonimo di Gabriele Doni vanno in
beneficenza?
E' probabile
che Dondi' - come cantilenava la perpetua nel film con De Sica - la beneficenza
la faccia a se stesso, pagando i ragazzini con i diritti del libro oppure
addirittura con l'otto per mille. Ma immagino che per monsignor Parolin questa non sia
una sconfitta per l'umanità.
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