Su un muro della mia città a votazione turistica
(nel senso del turismo elettorale di politici, cittadini e giornalisti da una
coalizione all'altra) questa mattina è stata avvistata una di quelle lapidi che
solitamente indicano i nomi delle strade, ma con questa scritta:
HTTPS://WWW.GOOGLE.IT/MAPS/@37.512329, 15. 079126,
3A, 75Y,167. 12H, 77.
08T/DATA=!3M4!1E1!3M2!1S80ONFZH2G6IP14LRGTU28W!2EO!6M1!1E1
Indica la
posizione su Google maps e fin qui ci siamo.
Ma - a parte la
faccia che farebbe una vecchietta sicura che siano sbarcati i marziani - non
riesco a capirne l'utilità. Se ci sei arrivato, sai dove sei e quindi non
serve; se devi partire da lì e non sai come raggiungere un altro posto, prendi
lo smartphone, vai su Google maps, scrivi i nomi del luogo di partenza e di quello di arrivo e in pochi secondi ti fai dare l'itinerario
come hanno fatto finora tutti i comuni mortali tecnologici.
Qualcuno ha
ipotizzato che serva a fare vedere ai turisti quanto siamo diventati europei.
Ho cronometrato e i tempi non possono che essere da treno a carbone, anche se
sei una dattilografa provetta e dando per assodato che non ti distrarrai
neanche per un secondo: per trascrivere quella stringa ci vogliono cinque
minuti esatti. Nel frattempo la batteria dell'iphone si è scaricata, ti hanno
scippato (soprattutto se sei un turista) ed è venuto giù un acquazzone di
quelli che ti fanno rimpiangere le buone vecchie cabine telefoniche dove
ripararsi dalla pioggia.
Quando invece sarebbe
stato molto più umano fermare qualcuno e chiedere, perché poi la modernità, se
non manovrata con cautela, a questo porta: a perdere il senso della realtà. Io
vengo fermata costantemente dai turisti che mi chiedono informazioni, a volte
sono io a fermare loro quando li vedo in difficoltà per chiedere se hanno
bisogno di qualcosa: ci scambiamo gentilezze e ci facciamo grandi sorrisi. Può
anche capitare che accada quel fenomeno magico e antico dello stringere
amicizia. Molto simile alla magia di cercare il significato di una parola su un vocabolario di carta e perderti fra le pagine, scoprendo il mondo intero.
E invece no:
Google, ergo sum.
Ma sono
fiduciosa, saremo vendicati dalla giustizia del sottoproletariato: appena se ne
accorgeranno, cominceranno a disegnarci su le minchie con la bomboletta. E
lo faranno, statene certi: qui la minchia è un modo per salutare le novità e
soprattutto è un segno distintivo, come la stretta di mano massonica.
P.S.: Non vi affannate a digitare, ve lo dico io: tutto quel rincorrersi di numeri, lettere e punteggiatura signfica che siete a Catania, in viale Regina Margherita.
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