Si conversava con mia madre su un b&b di una
sola stanza che d'estate - un'estate piuttosto lunga, di quasi sei mesi - si
trasforma in una specie di stazione dove la gente parte e arriva in
continuazione con un guadagno finale di meno di 500 euro al mese (lordi, molti
lordi, non avendo calcolato le spese di acqua, luce, gas, eccetera).
La
considerazione di mia madre è stata: "Quasi uno stipendio!"
Tralasciando
il fatto che se devi spalmare su tutto l'anno quel guadagno i 500 euro
diventano 250 - cioè, in termini tecnici da economista bocconiano: un cazzo -,
io avrei un concetto diverso di "quasi uno stipendio" e partirei come
base d'asta, senza voler fare follie, da un quasi stipendio di mille euro: che
vuol dire uno stipendio di circa 1200 euro. Bassino, ma ci puoi campare. Ma se
consideri 500 euro un quasi stipendio vuol dire che per te uno stipendio -
quindi quella cosa grazie alla quale, pur facendo sacrifici, accendi un mutuo o
paghi l'affitto, mandi i figli a scuola, entri in libreria, vai al cinema e ti
fai qualche pizza con gli amici - ammonta a circa 600 euro, calcio in culo in
più calcio in culo in meno.
Ora il
problema è che mia madre questo convincimento non è che se l'è fatto vivendo su
un albero e nutrendosi di noci di cocco. Per sua fortuna è una delle poche persone
che ancora possano permettersi di comprare (e leggere) tutti i giorni due
quotidiani, uno per informarsi e l'altro per sapere chi è morto, e quindi sa
perfettamente quanto guadagna la gente. Il problema è che a dettare le regole
al mercato sono i call center e tutti quegli imprenditori che hanno gettato i
semi di quel frutto assassino chiamato jobs act grazie al quale lo schiavismo è
legge e che ci hanno fatto convincere - alterando il comune senso del salario -
che 600 euro possano avere la dignità di uno stipendio, che i diritti non sono
diritti e che i sindacati non hanno motivo di esistere.
Quando
finalmente altereremo il comune senso dell'incazzatura e la smetteremo di
limitarci alla rivoluzione su Facebook, sarà sempre troppo tardi.
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