Il giornale Sud, free(?)press catanese, ha lanciato un sondaggio su un possibile eventuale futuro candidato sindaco di Catania.
Questo l’elenco dei nomi nuovi proposti, sia pure con la possibilità che i lettori ne segnalino altri: Bianco, Stancanelli, Scapagnini, Pogliese, Fiumefreddo, Chisari, Villari, Musumeci, Agen… Ragazzi, ma ci siete o ci fate? Vi rendete conto che questi hanno tutti i cervelli putrescenti? E non è nemmeno una questione anagrafica, perché Pogliese – che sarebbe il più giovane – è, esattamente come gli altri, il frutto della prima Repubblica, della seconda, della terza e di chissà quante altre prima che questi riusciamo a levarceli dai coglioni.
Evito di analizzare una per una questa proposte solo per spirito caritatevole, altrimenti dovrei ricordare chi se n’è andato lasciandoci con il culo a terra, chi si è sputtanato (in tutti i sensi) il nostro patrimonio, chi ora si atteggia a verginella avendo fatto scempio della città – correo – fino a non troppi anni fa, eccetera; evito anche di rilevare che non ci sono proposte femminili (perché non sono solita impiccarmi sulle questioni di genere e perché le donne che finora hanno ricoperto ruoli politici sono state superiori ai maschi anche in merdosità: potrei fare un nome di una la cui metamorfosi è ormai compiuta, tanto che il suo timbro di voce è diventato maschile); evito di sottolineare che forse non è caso di proporre nomi di gente indagata; evito di ricordarvi che non ce n'è nemmeno mezzo di sinistra; evito di segnalare il cocktail inquietante di mafia-affari-massoneria; evito persino di fare notare lo stucchevole gioco delle parti, con uno dei candidati (la verginella di cui sopra) che ringrazia e respinge l’offerta non dimenticando di ergersi a vittima della mafia; e mi limito invece a sottolineare la tristezza della mancanza di fantasia e/o speranza che sottende a proposte simili.
E il guaio è che a togliere ai catanesi ogni speranza di vedere qualcosa di diverso, di riscattarsi, di meritare un sindaco (o una sindaca) che si occupi finalmente e seriamente di creare posti di lavoro (posti di lavoro, non clientele), cultura, aria pulita, spazi verdi - insomma quelle cose minime per trasformare una città di merda in una vivibile -, sono stati proprio quelli che avete elencato, tutti, nessuno escluso.
Ma il guaio è anche che a togliere ai catanesi ogni speranza sono stati i catanesi stessi, che di questi signori in elenco si sono fatti servi e lecchini.
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