lunedì 31 gennaio 2011

Berlusconi e la tratta delle schiave

“Lui è presissimo da quella, è una montenegrina… E’ una scappata di casa, io l’ho vista è una zingara, cioè hai presente una zingara?”
“Eh, appunto, è il suo tipo no? Non è il suo tipo?”
“Sì, sì, ma infatti, più è disperata meglio è, per lui”.

Fra i tanti dialoghi e le parole da voltastomaco sentiti nelle ultime settimane, che hanno messo a dura prova la mia abitudine alla lettura dei quotidiani, forse questo fra Nicole Minetti e la sua assistente, tale Clotilde, con il racconto dell’ultimo “innamoramento” del vecchio maniaco sessuale, è quello più raccapricciante. Con lo stesso cinismo della criminalità organizzata e come i trafficanti di esseri umani, che vanno nei paesi dell’est a prendere giovani donne e addirittura bambini, li attirano con il miraggio di un posto di lavoro e invece li mettono a battere il marciapiede – quando non li costringono a vendere i loro organi, anche a costo di ucciderli -, Berlusconi – secondo una delle tante intercettazioni che riportano le conversazioni dell’ex igienista dentale promossa a consigliera regionale - le cerca disperate: “più è disperata meglio è, per lui”.
Ma che schifo di uomo è uno così? Sembra una fiction, uno dei tanti polizieschi che vediamo in tv – montenegrina, scappata, disperata -, ma sembra che sia tutto vero: lui è su quello che fa leva, su quella disperazione che va ben oltre il limite della “normale” disperazione immaginabile; su quella disperazione che, nei casi di tratta degli schiavi, ti costringe a credere che uno voglia portarti con sé per darti un lavoro e ti precipita invece in un girone dantesco di torture fisiche e morali, minacce di morte alla tua famiglia, obbligo di vendere il tuo corpo o una parte di esso. E dopo, quando tutto è finito (e chissà quante di queste ragazze vittime dei trafficanti desiderano che tutto finisca in maniera definitiva, con la morte, pur di non avere nemmeno il ricordo di quello che hanno subìto), sei uno straccio per i pavimenti liso e sporco da chiudere in uno sgabuzzino o nel secchio della spazzatura. E avanti il prossimo. Anzi, in questo caso, la prossima, più nuova (magari ancora più giovane) e profumata. Per garantire al “trafficante”, stavolta, non soldi (non ne ha bisogno), ma un’illusione di gioventù che comunque non potrà comprare nemmeno con tutto il denaro del mondo.
Ecco, altro che “semplice” sfruttamento della prostituzione: forse, alla luce delle dichiarazioni della maîtresse che gli procurava quella che qualcuno ha definito “carne fresca”, da mandare al macello di Arcore, Berlusconi andrebbe indagato per tratta di esseri umani: a occhio e croce, dieci anni di reclusione e confisca dei beni, in base alla legislazione europea.
E c’è appena da ricordare la posizione assunta da Berlusconi – a cui le “zingare” evidentemente piacciono solo per scoparsele – di fronte agli orribili rimpatri di rom decisi in Francia da Sarkozy: unico, in tutta Europa, a schierarsi dalla parte del presidente francese.

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