Alcuni vecchi catanesi – vecchi non soltanto per questioni anagrafiche, ma per una sorta di “sclerosi cerebrale” che colpisce alcuni a quarant’anni, impedendo loro di accettare i cambiamenti – piazza Verga la chiamano ancora piazza Esposizione: “nni viremu all’esposizione” è l’appuntamento che getta nel panico i più giovani, che non sanno di che si stia parlando, e nello smarrimento persino quelli della mia generazione che sono nati e cresciuti chiamandola con il nuovo nome e troppo distanti da quell’evento (l’Esposizione agricola siciliana del 1907) che appunto aveva dato il nome alla piazza.
Ora, quando sento parlare di “maggior partito di opposizione” a proposito di una formazione politica che tutto ha fuorché essere “maggiore” e di “opposizione”, mi viene da pensare proprio a quegli ottantenni con i piedi saldamente incollati alla loro gioventù come un bambino capriccioso.
Allora ve lo spiego io: questo partito di cui parlate voi (sceso ormai a percentuali da suicidio grazie alle sue scelte di destra) non è quel partito di cui si vorrebbe far credere erede (e che, se potesse, vi dovrebbe denunciare per millantato credito e appropriazione indebita). Quello era il maggior partito di opposizione. Questo - per usi, costumi, pratiche consociative, propensione all’inciucio, traccheggiamenti e attrazione fatale nei confronti del potere – somiglia molto di più al partito di maggioranza relativa. Senza averne i numeri.
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