domenica 10 ottobre 2010

Eroi della disoccupazione

Eroi della pace li hanno chiamati. E’ l’ultima puttanata che ho sentito per giustificare l’omicidio di quattro ragazzi da parte di uno Stato che li manda a morire perché non sa che farsene di loro; che giudica più economico mandarli in guerra piuttosto che creare per loro posti di lavoro.
Eroi della disoccupazione li chiamerei. Tre su quattro erano meridionali; uno di quei tre era siciliano. E i siciliani non si contano più in queste guerre maledette contro la mancanza di lavoro che li obbliga ad arruolarsi e farsi ammazzare pur di portare a casa a fine mese uno straccio di stipendio; come negli anni Cinquanta e Sessanta facevano i meridionali e siciliani che entravano in Polizia o nei Carabinieri, pur di non arruolarsi nella criminalità, e spesso finivano ammazzati per stipendi di fame e dovevano subire pure lo scherno di diventare macchiette nei film che li dipingevano piccoli, brutti, neri, con i baffetti, un po’ tonti e dall’accento marcato.
Eroi della disperazione, nascono sul mare o in mezzo agli aranceti e se ne vanno a fare gli alpini, una cosa quasi contronatura, cacciati dalla loro terra che, oggi come cinquant’anni fa, produce solo disoccupazione.
Ci vadano, a fare la guerra e a farsi ammazzare, lo psicopatico che gioca ancora con i soldatini di piombo e tutto il suo governo che dal Meridione e dai suoi figli affamati cerca solo voti; ci vada a fare la guerra un governatore che governa solo clientele e posti di lavoro a tre mesi, dai quali scappare anche a costo di morire in una guerra che produce solo guerra.
E la smettano, dopo, all’ennesima conta delle vittime, di iniettarci in vena la loro orribile retorica patriottarda tagliata male.

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