A Milano c'è uno che si è inventato un lavoro dal
nulla. Talmente bravo - stando, almeno, a quanto ci racconta dal suo sito - da
riuscire a firmare una convenzione con la Camera di Commercio e da depositare
al Ministero il primo contratto collettivo di lavoro della categoria.
Il suo è un
lavoro che nessuno vuole più fare. Anzi, un lavoro che nessuno ha mai voluto
fare. Perché - diciamocelo - è una gran rottura di coglioni.
Il tipo è un
ultracinquantenne campano iperqualificato al quale, dopo essere stato
licenziato, sarebbe toccata la stessa fine di tanti ultracinquantenni
iperqualificati: la disoccupazione a vita. Sicché si è inventato questo lavoro:
il codista. Cioè fa la coda alle poste, all'ufficio delle entrate, dal medico, ovunque
ci sia da fare una fila, al posto degli altri. E ora lo insegna pure con corsi
di formazione in giro per l'Italia, al termine dei quali si diventa
"codisti certificati" che lui si occupa personalmente di selezionare
e inviare alle aziende che ne fanno richiesta.
La prestazione
del codista - minimo due ore - si paga 10 euro l'ora Iva esclusa. Non è chiaro
dove si timbra il cartellino e come si fa a dimostrare di avere impiegato tre
ore e non, per un'iperbolica botta di culo, dieci minuti.
Né si evince
se i corsi di formazione prevedono anche imprecazioni e bestemmie o stratagemmi
per saltare la fila o se è previsto il diritto di sciopero per condizioni di
lavoro disagiate: tipo file troppo lunghe, per esempio.
Quello che
invece è chiaro è che anche lui, come ormai la stragrande maggioranza degli
italiani con titolo di studio superiore, scrive po' con l'accento. E io -
guarda un po' -, pur riconoscendo il giusto merito all'inventiva campana, questo
laureato in Scienze della Comunicazione lo rimanderei in fila: in fila per due
davanti a un'aula di prima elementare.
O gli direi,
come Salvo Ficarra a Valentino Picone nella Repubblica fondata sulla
disoccupazione: "Tu laureato in Scienze della Comunicazione? Ma se ti
capisco solo io!"
E poi, scusa,
come fai ad avere cinquant'anni ed essere laureato in Scienze della
Comunicazione? Lunga la fila, eh?
Nessun commento:
Posta un commento