mercoledì 11 aprile 2012

Sparati e sparatori

Preti che sparano e preti che vengono "sparati". A Lamezia Terme, per la terza volta in pochi mesi, la ndrangheta ha lanciato l'ennesimo segnale vigliacco: due colpi di pistola contro la saracinesca del centro Pensieri e parole, gestito dal prete antimafia Giacomo Panizza, che dà ospitalità a disabili e immigrati.
Disabili e immigrati, gli ultimi degli ultimi, l'anello debole della catena della fragilità. E se non fossero così infatti quelli che si credono uomini di panza e sono merde senza sangue nelle vene non lo avrebbero il coraggio. Invece sono deboli fisicamente, socialmente, politicamente: perché in questo Paese sono davvero pochi che vogliono combattere la mafia e pochissimi quelli a cui interessi qualcosa dei portatori di handicap che non sono abbastanza portatori di pacchetti di voti, e perché c'è ancora una legge da trogloditi scritta da un troglodita e da un fascista per privare della libertà e dei diritti i migranti. Accanitevi e moltiplicatevi. E, quanto più sono deboli le prede, tanto più provoca piacere l'accanimento.
Come nel caso del prete sparatore, "monsignore" lo chiamano: Domenico Calcagno, ex vescovo di Savona, che a casa tiene un arsenale degno di Totò Riina, dai fucili a pompa alle rivoltelle, dalla carabine ai revolver. Il fatto è che monsignorunpardeciufoli non è che le sue armi si limiti a tenerle esposte, ma è pure iscritto a un poligono di tiro. E già questo è abbastanza inquietante: pensare che un prete spari a un bersaglio di cartone per sfogare i suoi istinti repressi (e ringraziamo il cielo che non li sfoghi su chierichetti e seminaristi); ma come se non bastasse quello che sicuramente nella sua vita almeno una volta avrà cianciato di "creature del signore" senza credere a una sola parola di quello che diceva non fa mistero di essere un amante della caccia e di sparare agli uccellini. Anzi, sembra che abbia anche detto che prima di puntare si fa il segno della croce e che comunque non prova rimorso perché gli uccelli non hanno anima. Nemmeno i porci.

Nessun commento:

Posta un commento