domenica 26 giugno 2011

Venite in Sicilia, terra dell'amore!

Insomma, a quanto pare, Raffaele Lombardo - oltre ad avergli parato il culo negli ultimi anni attraverso i suoi parlamentari - si sta trasformando in Silvio Berlusconi.
Così, almeno, sembra dai diversi ruoli interpretati nei due giorni di assemblea regionale dell'Mpa a Catania, durante i quali ha cambiato abito con una velocità da far invidia a Fregoli.
E se quello è stato, di volta in volta, presidente tramviere, presidente operaio, presidente pompiere, moscovita, lampedusano, albanese, eccetera, questo in due soli giorni è stato presidente riformatore (ma di quali riforme parli, realizzate a suo dire, in collaborazione con i suoi zerbini del Pd, non è dato sapere: certamente i siciliani non se ne sono accorti), presidente legalitario (non si privi la magistratura delle intercettazioni: tanto lui - molto più furbo di tanti - al telefono non si lascia sfuggire una parola e lascia che siano i suoi servi a mettersi nel sacco da soli), presidente dell'Italia unita ("Qui si fa l'Italia o si muore!". Ah, no, scusate: questo l'ha detto Garibaldi, quello che gli sta tanto sul cazzo), ma anche - veltronianamente - presidente secessionista, presidente democratico (si può discutere di tutto, persino di elezioni anticipate, ma poi decido io e non se ne parla proprio), presidente comunista che vuole partire dalla militanza e dalle manifestazioni di piazza (e magari, chissà, organizzare a Messina una bella manifestazione ProPonte con la partecipazione di migliaia di militanti arrivati da tutta Italia, dal movimento ProTav al movimento terra), presidente produttore cinematografico.
Ruolo, in verità, lasciato - in occasione della convenscion autocelebrativa - alla deuteragonista della kermesse, Maria Grazia Cucinotta, intervenuta "non da politica", come lei stessa ha dichiarato (e ci mancava solo questa!), ma per annunciare uno storico accordo con la Cina (non ha specificato se con la Repubblica popolare cinese oppure con la Triade, ma sono dettagli) per una coproduzione sulla Sicilia, che mostri la regione come terra dell'amore (sempre megolamane lui: quell'altro si era limitato al partito dell'amore, lui una regione intera). Insomma, in Sicilia la mafia non c'è, ma l'amore (persino quello a pagamento, in cambio di denaro o di posti al governo) scorre a fiumi.
Venite in Sicilia, terra dell'amore! E che importa se non c'è lavoro: ci si può sempre improvvisare escort a beneficio dei tanti che in questa terra di miseria si possono permettere le ville con piscina e i suv.

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