giovedì 30 giugno 2011

La Sicilia, i suoi assassini e il codice di Hammurabi

Vogliamo fare un riassunto delle notizie di cronaca che hanno interessato la Sicilia in questi giorni? Riassunto, non pot-pourri (anche se il vaso è veramente putrido), perché almeno tre notizie diverse, provenienti da parti diverse dell'Isola, sembrano far parte di un'unica trama e ricoprono come una fitta coltre di nebbia la Sicilia da nord a sud, isole minori comprese.
Palermo, Lampedusa, la provincia di Messina. Fiumedinisi, in particolare, dove - riferiscono le cronache - il sindaco Cateno De Luca, deputato regionale eletto con l'Mpa di Raffaele Lombardo (e passato in pochi mesi, svolazzando con la leggiadria di una ballerina di danza classica, da un gruppo parlamentare all'altro), arrestato nei giorni scorsi per tentata concussione e falso in atto pubblico, avrebbe gestito il suo paese come se fosse il padrone. A Fiumedinisi, a quanto pare, De Luca, ultimamente fondatore del Movimento "Sicilia vera", avrebbe acquisito con sistemi illegali - e ovviamente con le complici autorizzazioni di consiglieri comunali della sua maggioranza - i terreni su cui far realizzare alla Mabel (società amministrata dal fratello) un centro benessere e un complesso residenziale. Terreno agricolo diventato per magia edificabile, un torrente devastato per far posto al cemento della famiglia De Luca. L'ambiente sotto le scarpe, tipico della stupidità di chi pensa soltanto alla ricchezza e alla ricchezza dell'hic et nunc e non si preoccupa nemmeno di quello che resterà a suoi figli. Io, infatti, a uno così - come a quelli che avvelenano il mare e l'acqua - innanzitutto imporrei la castrazione chimica (e pure fisica non sarebbe male, visto che, dopo il denaro, quella è l'unica divinità che riescono a concepire). Vietato fare figli. Poi lo condannerei a restare rinchiuso per mesi in quel concentrato di cemento e di luce artificiale che è il centro benessere di suo fratello, senza nemmeno concedergli l'ora d'aria per vedere la luce del sole. Non se la merita.
Lo stesso farei con quelle merde (mi querelino pure!) che a Lampedusa, in contrada Grecale-Cala Creta, una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e dove vige il divieto assoluto di costruire, per via del suo elevato pregio ambientale hanno costruito di tutto e a quelle altrettante merde che avrebbero dovuto per ruolo istituzionale vigilare affinché non accadesse questo orribile delitto e invece lo hanno permesso. Per gli uni e gli altri, dipendesse da me, la condanna dovrebbe consistere nel ributtare giù a mani nude tutto quello che hanno costruito. E che lo facciano sotto il sole d'agosto che spappola il cervello o il mare in tempesta d'inverno come quello che ingoia i migranti e le loro barche. E poi, comunque, vorrei che qualcuno mi spiegasse come è stato possibile realizzare fabbricati, alberghi, bar, ristoranti, dammusi, residences, strade...insomma un intero villaggio turistico senza che nessuno se ne accorgesse. Perché nessuno li ha fermati già alla posa della prima pietra? Per costruire tutte quelle cose ci saranno voluti almeno un paio di anni: e nessuno se n'è accorto? Lampedusa non è il posto più militarizzato del mondo? Già, gli elicotteri, la polizia, tutte le forze dell'ordine possibili vengono inviate là per catturare i migranti, ma dei delinquenti veri, dei politici corrotti, dei mafiosi, degli assassini di futuro nessuno si accorge.
Assassini morali e potenziali assassini "fisici". E con questo siamo arrivati a Palermo. Notizia di un paio di giorni fa, di quelle a cui quasi non facciamo più caso, drammaticamente assuefatti: presunte infiltrazioni della mafia nell'appalto per la realizzazione della metropolitana del capoluogo di Regione. Tutto normale, verrebbe da dire. Come normale scorre l'altra notizia che ci sta dentro e cioè il coinvolgimento di alcuni deputati regionali: Riccardo Savona (eletto con l'Udc, ma poi entrato a far parte del gruppo "Alleati per la Sicilia", piccolo satellite che ruota intorno al "Re Sole", Raffaele Lombardo) sarebbe stato il "protettore" di una delle aziende finite nell'inchiesta; Salvino Caputo (ex An ora Pdl) avrebbe usato il proprio potere per sollecitare l'autorizzazione all'apertura di una cava; Francesco Cascio (Pdl), cioè il presidente dell'Ars, non solo avrebbe raccomandato alla Sis (società capofila del consorzio assegnatario dell'appalto) delle persone perché venissero assunte - e questo già dovrebbe saperlo che non si fa - ma per di più avrebbe raccomandato, come hanno riferito le agenzie, "personale non qualificato". Non so perché, ma mi viene in mente la sabbia nei piloni di cemento armato della casa dello studente de L'Aquila e di molti edifici della città. Ricordo che, quando successe la sciagura, qualcuno mi spiegò: "Lo sanno pure i bambini che non ci si mette la sabbia, perché la sabbia corrode il ferro che costituisce l'armatura dei pilastri". E infatti si sciolgono come burro. Ora, mettere persone senza scrupoli e/o incompetenti a fare certi lavori, come costruire case dello studente a L'Aquila o metropolitane a Palermo, poi significa che alla prima botta cade tutto giù e restano i morti sotto le macerie. E allora la condanna che immagino per Cascio, se sarà confermata l'accusa nei suoi confronti, è questa: chiuso come un topo nel buio di una metropolitana che prima o poi crollerà perché costruita dalla mafia e da incompetenti. Perché l'unica legge applicabile a gente priva di scrupoli e di etica è qualcosa di molto simile al codice di Hammurabi.

Nessun commento:

Posta un commento