Io di numeri non capisco molto e ancor meno di economia. Al massimo mi fermo a quella domestica, anche se ai miei tempi il salame turco e le presine all’uncinetto si chiamavano già “applicazioni tecniche” pur continuando a vivere pudicamente lontane e separate a compartimenti stagni da cazzute e maschie applicazioni tecniche consistenti nel tagliare un pezzo di legno o sostituire l’interruttore dell’abat-jour.
Dunque, lungi dal pensare di competere con i luminari della scienza economica, ma forte dell’esperienza dei cosiddetti “conti della serva” e pensando a come debbano sentirsi gli abitanti della provincia di Messina oggi che la Sicilia orientale è di nuovo strapazzata da temporali e nubifragi tanto violenti quanto inattesi, vorrei che qualcuno mi spiegasse per quale ragione – se non per l’odio che la Lega e il governo tenuto per le palle dalla Lega nutrono nei confronti del Sud (e anche del Centro, per la verità, come vedremo dopo) – dei 200 milioni stanziati dal decreto Milleproroghe per le popolazioni alluvionate, soltanto 10 riguardano i comuni del messinese devastati dal maltempo, mentre la gran parte va in Nord Italia. Sempre e soltanto con competenze da economia domestica - di quella che sa che se in tasca ha dieci euro potrà al più comprare un paio di fettine di carne, l’insalata e la frutta, ma non può pensare di aggiungerci la cucina o lo scaldabagno nuovi – a occhio e croce ho la sensazione che quei dieci milioni siano uno schiaffo in faccia a ciascun messinese. Soprattutto se penso che una quasi loro conterranea (dal momento che veniva da Letojanni), la signorina Karima el Marhoug, sembra ne abbia chiesti cinque al vecchio maniaco per tacere sulle loro frequentazioni.
Così come – essendo io digiuna di economia “alta” - mi si dovrebbe spiegare in maniera da convincermi che non si tratta di odio leghista (e dovrebbero spiegarlo soprattutto agli abitanti de L’Aquila che ancora camminano fra le macerie di una città passata sotto i bombardamenti di un terremoto ampiamente previsto e altrettanto ampiamente e colpevolmente minimizzato fino all’ultimo) perché le popolazioni terremotate dell’Abruzzo dovrebbero essere ulteriormente penalizzate – sempre secondo le previsioni del Milleproroghe – facendo pagare loro il danno e la beffa. Perché, se non fosse chiaro, il fatto che si autorizzino le regioni colpite da calamità naturali ad aumentare le tasse per finanziare la ricostruzione, altro non vuol dire se non che saranno gli stessi cittadini – quelli che hanno perduto i figli, la casa, il lavoro – a dover pagare. Cittadini ai quali peraltro è stata promessa una proroga del pagamento delle tasse, ma questa proroga non ha copertura finanziaria e dunque non c’è. Roba da prestigiatore di quartiere, di quelli che alla fine gli tiri i pomodori.
Ovviamente il governo leghista non ha mancato di fare un favore agli allevatori (non per altro, ma perché quelli li avrebbero rincorsi con i forconi) prorogando il pagamento delle multe delle quote latte e di profondersi in una delle sue migliori performance razziste con il congelamento delle graduatorie degli insegnanti che nei fatti chiude le frontiere ai meridionali disposti a trasferirsi al Nord pur di lavorare. Sarebbe carino chiedere a Bersani se non pensa che questo sia razzismo. Magari, accecato dalla sua disperazione minoritaria, ci racconterà che i leghisti sono buoni e lo fanno per non costringere i prof del Sud a lasciare la loro terra e i loro affetti.
Poi, sempre da ignorante in materia, avrei un altro paio di cose su cui chiedere chiarimenti. Tipo: perché il Milleproroghe in Campania sospende l’abolizione delle case abusive? Forse per fare un favore alla camorra? E perché taglia tutti i soldi per lo spettacolo e aumenta di un euro il costo del biglietto del cinema? Forse perché odia tutto ciò che fa cultura e dunque abitua ad usare il cervello? Alla fine quelli che lavorano nei teatri – migliaia di persone – perderanno il lavoro e l’industria cinema (dai produttori ai gestori di sale) chiuderà perché se guadagni meno di mille euro al mese ci pensi su quattro volte prima di andare a vedere un film. E così tutti si rinchiuderanno nelle case a guardare la tv. Indovinate chi ci guadagna.
Infine (ma sono mille le furbizie del decreto millefurbizie e ci vorrebbe un mese ad esaminarle tutte), fra tutte queste sottrazioni indebite emerge una somma che le annulla tutte: il ripristino dei gettoni di presenza nei comuni con più di 250.000 abitanti, che in Italia sono circa centomila.
Ora metti Catania, che di abitanti ne ha oltre 300.000 e i consiglieri di quartiere sono circa un centinaio e – come dice un mio amico – “costano l’ira di dio e non fanno una benemerita minchia”. E magari fosse solo così: qui lo sanno anche i bambini (soprattutto quelli che sembra siano stati usati per distribuire i fac-simile di Raffaele Lombardo) che i consiglieri di quartiere in gran parte servono ad aprire patronati. E tutti sanno che i patronati sono in gran parte segreterie politiche camuffate dove i servizi che dovrebbero essere diritto di tutti diventano favori in esclusiva e dove ti trovano un lavoro a tre mesi pagato in nero (e in ritardo) con promessa/ricatto di rinnovo alla prossima consultazione elettorale: cioè sono strutture in cui è istituzionalizzato il clientelismo e sono centri di raccolta di pacchetti di voti.
Non so, facendo i conti della serva, quanto ci guadagnino gli Italiani per bene dal millefurbizie. Ma so per certo che la campagna elettorale è già cominciata.
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