Io non so se la
ragazza a cui era destinato si è resa conto di quanto sia fortunata. Lo spero,
per lei e per lui.
C'era un disegno su un muro, fatto per lei,
bello, luminoso, di una perfezione solare nella sua imperfezione. Fatto da un
giovane uomo che è (immagino che sia) quello che ciascuna di noi vorrebbe per sé:
un uomo che non si crede un dio, capace di creare il sole e chissà cos'altro, né
si crede Van Gogh. Un uomo degno di tale appellativo perché consapevole dei
propri limiti.
Attorno a quell'immagine gialla e verde, un po'
sole e un po' fiore, lui ha scritto la dedica: "Un quasi raggio di sole
per te". Quasi.
Quasi a volersi scusare per la pretesa di voler
disegnare un raggio di sole senza quasi; ma anche quasi a voler dire: non sono
il massimo, ma ti offro tutto quello che so fare.
E lo ribadisce: "Non sono un artista, ma
ci ho provato". Ecco, noi giovani e vecchie ragazze (e così, volendosi
bene, dovrebbero fare le ragazze che invece si fanno ammaliare da denaro e
potere) non sappiamo che farcene di uno spaccone che ci promette il sole, la
luna e l'altre stelle ma non ha nemmeno un centimetro quadrato dei suoi
pensieri da riservarci. Anzi, non sappiamo che farcene di un uomo che ci
promette una cosa qualsiasi: ne vogliamo uno che un giorno (o una notte),
sentendosi inadeguato e tenendo i piedi per terra, si arma di pennelli e colori,
se ne va in giro per le strade e ci regala un quasi.
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