Ieri una giovanissima compagna mi ha chiesto se
avessi scritto qualcosa sulla strage di Parigi: avrebbe voluto usarla come
spunto per parlarne in classe con i suoi compagni (nutre nei miei confronti
un'eccessiva considerazione, che non merito). "No, non me
la sono sentita francamente - le ho risposto -: avrei dovuto avventurarmi in
ipotesi sulla matrice di quest'atto su cui non mi sento di pronunciarmi a
rischio di dire cazzate". So bene di non essere ferrata in politica
internazionale, anche se due o tre idee su quelli a cui era stato fatto un
favore ce le avevo già fin dal momento del massacro: intolleranti e razzisti,
superpotenze in cerca di alibi per una nuova guerra di conquista, fascisti di
ogni risma, tutti pronti ad innaffiare abbondantemente la pianta di odio che
curano amorevolmente.
Poi sono uscita e naturalmente ho incontrato una gran quantità di
immigrati dei quali non so se siano musulmani, cattolici o atei: ho visto anche
un ragazzino a spasso con la sua mamma attenta e amorevole, con la stessa
espressione da cucciolo che ha ad ogni latitudine ogni ragazzino a spasso con
una mamma attenta e amorevole. E perché dovrei averne paura? Sarebbe un
potenziale terrorista? A crescere nella mia città, è più probabile che diventi
un mafioso. E, in quel caso, sì che ci sarebbe da fare una crociata. Mi dispiace, ma io la vostra
pianta non la innaffio: io ci piscio sopra alla vostra pianta di odio.
Per convincerci hanno anche ricicciato la Fallaci, che in questi
frangenti è sempre un ottimo concime (stallatico). Tessendone le lodi, ovviamente,
perché il suo fanatismo fa comodo a fascisti vecchi e nuovi e perché anche
questa ipocrisia la nostra (vostra) religione, non meno terrorista delle altre,
ci ha lasciato: che dei morti non si parla male; che i morti, dopo morti, erano
delle brave persone ed erano soprattutto detentori della verità assoluta.
Oriana Fallaci era (era diventata?) una stronza intollerante, un'integralista
al pari di quegli altri che hanno ucciso i lavoratori di Charlie Hebdo, e non
sarà il fatto che è morta (per fortuna, così ha smesso di dire cazzate) a
convincermi che aveva ragione.
La ragione sta dalla parte di chi usa la Ragione e non la religione.
Per questo io sono Charlie, che faceva satira su tutti gli integralismi
(compreso quello cattolico, ovviamente). Anzi, come hanno scritto i ragazzi in
presidio oggi a Catania, su iniziativa di Pierre, studente Erasmus: "Iu
sugnu Charlie". E scommetto che la redazione dell'ebdomadario, che pure ha
scritto quella frase in tutte le lingue, a questo non ci aveva pensato.
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