Diciannove anni. Non credo siano
stati in molti ad avere la fortuna di vivere insieme per 19 anni così: mai uno
screzio, mai un rimbrotto. A volte, nel mio correre frenetico e nevrotico da un
capo all'altro della casa, ti urtavo, o ti pestavo qualcosa, tu dicevi
"ahi!", ti scansavi un po' e meno di due secondi dopo eri di nuovo
lì, a dirmi quanto mi volevi bene.
Se ne andavano tutti, tu no. Piangevo e c'erano
i tuoi gommini a posarsi sulla mia faccia, proprio lì, sulla lacrima, per
impedirle di continuare il suo cammino. Ero triste, avevo la febbre, avevo
freddo: c'eri sempre tu sotto le coperte a tenermi per mano. Tu non mi lasciavi
mai. Fosse dipeso da te, non lo avresti fatti nemmeno adesso.
E ora non ha più senso nemmeno piangere, se non
ci sono le tue manine pelose a fermare le mie lacrime.
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