martedì 20 maggio 2014

Nemmeno per scherzo


Renzi è il classico tipo che mi dà sui nervi prima ancora che apra bocca, a prescindere, è una specie di Frankenstein a metà fra Grillo e Berlusconi, lo vedrei bene con il berrettino rosso e giallo in testa a distribuire beveroni per cerebrolesi, però no, la lupara bianca no. Nemmeno per scherzo.
Non è la prima volta che Beppe Grillo in campagna elettorale "alza i toni" per fare audience - che, in questo caso, significa anche percentuali di voto - usando termini che attengono alla mafia.
Non m'importa che siano - come ha tentato di giustificarsi - espressioni inventate dai giornalisti: mi importa, mi fa male, mi fa incazzare come una jena che la mafia e le azioni della mafia vengano usate per fare colpo sull'elettorato e soprattutto mi fa imbestialire che vengano usate come boutade da cabaret.
L'ultima volta in Sicilia il grillo parlante è venuto a spiegarci che la mafia non strangola le sue vittime e lo Stato invece sì; adesso ci viene a dire che Renzi perderà le elezioni e svanirà nel nulla proprio come alcuni morti ammazzati per mano mafiosa.
No, Grillo, non te lo permetto. E se anche non avessi altre mille ragioni per non votarti (perché sei un fascista, perché sei un qualunquista, perché - a quanto pare - saresti anche un evasore fiscale e per me gli evasori fiscali sono da considerarsi al pari dei mafiosi, cioè merde), questo tuo scherzare sulle questioni di mafia, questo usarla con leggerezza per le tue battute da guitto e dunque minimizzarne la gravità sarebbe già sufficiente per mandarti dove tu mandi tutti gli altri.
Perché, sai, io in questa terra di mafia ci vivo: io sono quell'impasto informe di pianto e di rabbia che si ripresenta ogni volta che un giudice salta in aria o che un bambino viene sciolto nell'acido; io sono questa terra violentata costretta ad allontanare i suoi figli per tutelarli da forme moderne di tratta degli schiavi; io sono il respiro affannoso e il sangue alla testa ogni volta che qualcuno si rivolge a un "amico" per ottenere un favore, perché so che ogni favore ottenuto è la strage di mille diritti; io sono l'apnea quotidiana delle sabbie mobili di chi vive in una regione dove non hai scampo perché la mafia è al bar, in panetteria, nello stabilimento balneare, sul marciapiedi, nello stessa frazione di secondo in cui ci sono io.
E io nemmeno per scherzo e nemmeno a un mafioso augurerei di finire per lupara bianca.

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