lunedì 3 ottobre 2011

Comunisti in festa a Catania


Quando i manifesti erano quasi pronti, Pierpaolo ha detto: "Li portano qui, da noi". E Marco gli ha risposto: "Cos'hai detto? Ripeti!". Glielo ha fatto ripetere tre volte quel "da noi", non ci poteva credere.
Quanta fatica abbiamo fatto: anni di diffidenze, di rancori, di malintesi. Come quando in una famiglia c'è un non detto, magari una cosa piccola, un sassolino che si trasforma in una montagna a furia di non parlarne. Poi un giorno ci si incontra e si scopre che ci si vuole bene.
E adesso i manifesti li portano "da noi". "Da noi" è la (ormai ex) sede di Catania dei Comunisti italiani, al 17 di via Paternò (un indirizzo a cui voglio particolarmente bene perché lì, circa quarant'anni fa, c'era la sede del Movimento studentesco), che adesso è la casa di tutti i comunisti. Insomma, siamo andati a vivere insieme! E i manifesti sono quelli della festa, la I Festa regionale della Federazione della Sinistra, dei comunisti che fanno le cose insieme perché ci sono cose importanti che li uniscono - la difesa del lavoro, la lotta alla mafia, la legalità, i diritti -, cose troppo importanti che dovrebbero essere il fondamento di un Paese democratico e civile e che in questo Paese siamo rimasti in pochi a difendere.
Non lo facciamo solo per noi: lo facciamo perché questo Paese non merita un governo di faccendieri, corruttori, mafiosi, puttanieri, servi; lo facciamo perché la Sicilia non merita un governo guidato da un presidente che frequenta i boss, che nega il diritto alla salute chiudendo gli ospedali e quello al lavoro trasformando i cittadini in questuanti da vessare e sottomere e inserire nel libro delle clientele, e non merita il tradimento di un presunto partito di opposizione che ha svenduto i siciliani per guadagnare anch'esso qualche briciola di potere e un po' di clientele da gestire; lo facciamo perché la nostra città - Catania - merita di più di un sindaco incapace di risanare il bilancio e che sperpera il denaro pubblico in consulenze, che sa solo tartassare i cittadini con multe e tasse alle quali non corrispondono servizi, che ha ridotto il centro storico in un letamaio e annuncia piani per il traffico nei quali non c'è posto per i bambini, per gli anziani, per i ciclisti, per i pedoni, insomma per la vita.
Da domani comincia la festa e i comunisti ci saranno senza aggettivi e senza distinguo: soltanto con la voglia di fare le cose insieme, per noi e per tutti gli altri. Spero di farvi un resoconto giornaliero non solo dei dibattiti, ma soprattutto delle sensazioni e delle emozioni. Ammesso che io riesca a non farmi travolgere totalmente dall'entusiasmo di un progetto in cui credo fermamente e in quel caso è probabile che io mi dimentichi persino di scrivere (che per me, come sanno quelli che mi conoscono, è come respirare). Sì, lo so, sono un'inguaribile romantica anche un po' démodée, ma ci credo.
E siccome sono romantica, démodée, passionale e incazzosa, vi avverto: non mi deludete, compagni, non mettetevi a fare i gruppettari ché non è più tempo, fatemi vedere che ci credete anche voi e che siete consapevoli della grande responsabilità che abbiamo verso il nostro Paese e la nostra gente, soprattutto quei tanti comunisti senza tessera che se ne sono andati perché delusi dalle nostri divisioni passate. Perché appena vedo due che accennano a litigare, giuro che li prendo a pugni!

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