giovedì 16 dicembre 2010

42 idee per Catania? Cominciate dai tombini

Quanto è costata ai cittadini catanesi l’organizzazione degli Stati generali voluta dal sindaco, Raffaele Stancanelli, e conclusasi con l’illustrazione di ben quarantadue-idee-quarantadue per la vivibilità di Catania? Quanto è costato il rapporto commissionato espressamente al Censis per farci spiegare che la città ha una quantità di imprese superiore alla media regionale e addirittura nazionale? Quanto è costato fare venire gli ospiti da fuori? Quanto è costato portarseli tutti a mangiare allo Yachting club?
E poi: il Censis, pagato con i soldi dei catanesi per fare trionfalismo sulle capacità imprenditoriali della città, ha chiarito di che natura sono le imprese che fanno gridare al miracolo economico? No, perché, tanto per dirne una, proprio oggi su disposizione della Dia di Catania sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di trenta milioni di euro a Maurizio Zuccaro, esponente di spicco del clan Santapaola, e fra le sue proprietà c’erano un lussuoso complesso residenziale e numerose attività commerciali.
E ancora: che bisogno aveva Stancanelli di invitare (e, quindi, di pagargli – sempre con i soldi dei catanesi – aereo, albergo e tutto il resto) il sindaco di Roma, Gianni Alemanno? Suvvia, senatore, non mi dirà che aveva bisogno di suggerimenti per capire come si fa ad assumere i parenti al Comune e alle partecipate?
E per finire: invece di spremervi le meningi ad elaborare ben 42 idee per la vivibilità di Catania (tipo quella, davvero esilarante, di allargare i marciapiedi per consentire ai pedoni di passare: naturalmente non vi è venuto in mente di mettere i vigili urbani al lavoro e fare fare un culo così a tutte quelle bestie che ci posteggiano sopra le loro auto), avreste potuto farvi un giro per la città – per esempio ieri e per esempio mentre pioveva – e accorgervi che i tombini sono cementati e le strade sono fiumi in piena e magari vi sarebbe venuto in mente, persino a voi che non brillate certo per intelligenza, che una parte, solo una piccola parte dei soldi che avete buttato per le vostre puttanate mondane sarebbe bastata a ripulire e riaprire i chiusini e ad evitare che qualcuno finisca annegato nell’acqua piovana. Già poter camminare per strada senza rischiare di essere travolti dalla piena sarebbe un’ideale geniale per rendere vivibile Catania.
Certo, poi ci sarebbe anche da parlare del lavoro che non c’è. Ma questo forse per voi è un concetto troppo difficile. A meno che non si tratti di pagare consulenti e analisti.

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