Visto che ormai è diventato un gioco di società (e, in questo caso, forse sarebbe meglio dire uno sport nazionale), mi dedicherò anch’io a quello che appare sempre più un esercizio fisico, piuttosto che mentale, leggendovi o, meglio, scrivendo l’elenco delle parole usate da giornalisti sportivi, commissari tecnici e aspiranti tali (i famosi cinquanta milioni) per definire un calcio a un pallone dato particolarmente bene, una palla che va in rete, una partita vinta.
Parliamo, naturalmente, di football. Ma perché non vi siano dubbi sul mio pensiero (certamente impopolare), in premessa vi regalerò l’esegesi del Maltese-pensiero, non perché io mi creda una tale ideologa, ma perché se Maroni può permettersi di andare in tv a dire puttanate non vedo perché non possa dire la propria pure una che passa per strada come me. E allora vi dico subito che dell’uso che i giornalisti sportivi (e tutti gli altri che fanno loro il verso, in maniera totalmente acritica, “comme des perroquets”) fanno delle parole per i loro resoconti penso che abbia la stessa funzione che ha avuto nel 2004 lo tsunami che provocò migliaia di morti nel sudest asiatico e fu talmente forte da spostare – secondo quanto ci dissero gli esperti – l’asse della terra: come se le avessero dato un calcione nel sedere.
Ebbene, i giornalisti sportivi (che spero per loro abbiano almeno un tornaconto economico personale, altrimenti non si spiega) spostano il senso delle cose, sicché la conseguenza è che se una volta si moriva e si uccideva per l’unità nazionale, per liberare il Paese dal nazifascismo, per i diritti dei lavoratori, per la libertà, cioè per valori e ideali, adesso si muore e si uccide perché un analfabeta pieno di soldi ha commesso un fallo e un altro non meno analfabeta (ma forse meno ricco) non lo ha visto o ha finto di non vederlo.
A questo punto, ecco a voi l’elenco con qualche chiosa servendomi anche di commenti trovati su un sito specializzato:
- “L’azione di…poesia pura”. Poesia? Poesia???!!!! Ah, sì, poesia: Sempre caro mi fu quest’ermo colle, /E questa siepe, che da tanta parte/De l’ultimo orizzonte il guardo esclude…e così via…
- “La vittoria della Roma sul Bayern: impresa storica”. Esticazzi! E io che pensavo a Garibaldi e ai Mille.
- Dichiarazione di Fabrizio Miccoli, attaccante del Palermo: “Sono entrato nella storia superando il record di gol di Di Maso”. Minchia! Allons enfants de la Patrie/Le jour de gloire est arrivé.
- “Il club nerazzurro con il fiato sospeso per i due argentini tornati infortunati dall’amichevole contro il Giappone”. Ah, e io che pensavo che dovesse essere il Cile intero con il fiato sospeso per i 33 minatori bloccati nelle viscere della terra.
- “La disperazione di Cambiasso e Lucio dopo il gol del pareggio di Kroldrup in Fiorentina-Inter...” Chi è morto?
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- “Il calcio d'angolo del Manchester United, che contro il Chelsea ha realizzato un goal geniale”. Si vede che giocava Einstein.
Vi risparmio il cronista in estasi, che sembra avere visto la madonna, e la cronista a un passo dall’orgasmo e chiudo con un commento di un tifoso a una decisione arbitrale non condivisa: “Come spiegarlo a mio figlio? E’ stato vergognoso!” Il tifoso indignato conclude: “Questa è l’Italia”.
Per fortuna mio figlio ha trent’anni e non ho bisogno di spiegargli che questa è l’Italia: l’Italia che si indigna per un fallo annullato ma non per uno rattrappito che corre dietro alle minorenni.
Mio figlio l’ha capito da solo che questa è l’Italia. E infatti è andato a vivere in Spagna.
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