giovedì 23 settembre 2010

Il silenzioso sacco di Catania

Da qualche tempo a Catania accadono cose strane. Da qualche tempo i catanesi vivono in una bolla – come il protagonista della pubblicità dell’Amplifon – e non solo non sentono, ma non vedono, non parlano, non reagiscono agli stimoli e nella bolla sembrano galleggiare senza mai toccare terra.
Della sporcizia al largo Paisiello – con corredo di piscio e puzza annessa, a cui ora si è aggiunta anche la merda debitamente spalmata sulle scale come Nutella – ho già parlato, come della mancanza di dignità di un’amministrazione comunale che ai turisti offre piazze sporche e maleodoranti come cessi pubblici. Ma almeno in questo caso, sia pure per inconsapevole istinto, i catanesi e i muscoli del loro viso quando passano da lì un minimo di reazione l’accennano, arricciando il naso e serrando le labbra.
Nessuna reazione invece – non solo da parte di “semplici” cittadini, ma soprattutto di magistratura, Soprintendenza, associazioni di tutela del patrimonio storico e architettonico, presunte opposizioni – di fronte a un nuovo, silenzioso, strisciante sacco di Catania.
Faccio qualche esempio: già da qualche anno, nella zona fra largo Rosolino Pilo e piazza Verga, antiche costruzioni (alcune anche di prestigio e già offese negli anni Sessanta e Settanta da un proliferare di funghi multicolori) vengono abbattute en un clin d’oeil per fare spazio a ben più redditizi futuribili edifici che somigliano molto da vicino a delle astronavi. L’ultimo episodio l’ho notato qualche settimana fa: in via Musumeci c’era un palazzetto degli inizi del Novecento in ottimo stato e con un’invidiabilissima terrazza. Sono passata e non c’era più: c’è una voragine adesso, come dopo i bombardamenti, e chissà quale miscuglio di acciaio e materiali altamente tecnologici andrà a deturpare una zona già saccheggiata nei decenni.
Ora, dato che non sembra che a Catania l’emergenza abitativa sia così grave, è realistico che lo scempio serva a fare uffici e studi legali da vendere a un miliardo a mattonella e per la cui costruzione servirà una semplice licenza edilizia dal momento che a Catania il Piano regolatore non esiste.
Ma è possibile che in questa città ciascuno possa svegliarsi una mattina e fare il suo dio senza che nessuno accenni a una minima protesta? E’ possibile che la magistratura non si accorga di quel che accade a due passi dal Palazzo di Giustizia? E’ possibile che da quelle parti non sia passato, per dire, un esponente di Italia nostra o di qualche altra associazione che abbia a cuore la tutela della memoria storica della città?
A volte ho il sospetto che i catanesi siano stati rapiti dagli alieni, lobotomizzati e rimessi in circolazione come automi senza pensieri e senza emozioni. Altrimenti c’è solo un’altra spiegazione: che siano esattamente uguali agli amministratori corrotti, corruttibili e inetti che d’altra parte hanno eletto; che la loro indifferenza sia funzionale al poter fare anche loro quello che vogliono passando attraverso la catena di montaggio dei favori e senza sottoporsi alle leggi; che il loro silenzio dipenda dal fatto che sono ricattabili.

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