«Quando mia moglie e mia suocera sono insieme, io prendo
un libro e con la scusa che mi devo concentrare mi chiudo in camera. La lettura
è una grande cosa».
Domenica mattina, radio, cazzeggio da giorno di riposo, si
parla di biblioteche, si estende il discorso ai benefici del libro. Via ai
messaggi.
E arriva lui, l’ascoltatore con la clava. Per di più
convinto di essere spiritoso. E per di più senza il minimo sussulto da parte
del conduttore che, nello specifico – e questa è un’aggravante – è una
conduttrice.
Ora magari qualcuno mi accuserà di voler fare il processo
alle intenzioni, ma mi sembra evidente che per l’autore del messaggio le donne
fra di loro parlino di cose che a un uomo non possono e non devono interessare.
Provo ad azzardare qualche argomento. Vestiti. Gioielli. Ricette di cucina.
Parrucchiere. Pettegolezzi. Minchiate, insomma: secondo alcuni uomini le donne
parlano solo di minchiate. Peraltro forse aggiungendo all’elenco delle
minchiate anche i figli e i loro problemi. Meglio chiudersi in camera, darsi
per dispersi, invocare l’aggressione delle cavallette. Cosa meglio della
lettura? «La lettura è una grande cosa», dice l’ascoltatore con la clava,
perché lo “salva” dalle donne.
E forse non è vero che la lettura è una grande cosa se non
è vero che allarga la mente, che aumenta la capacità di rapportarsi agli altri,
amplia le conoscenze, ti fa frequentare mondi nuovi e diversi, ti eleva
rispetto alla massa incolta. O, almeno, su quest’uomo non ha fatto effetto,
come una medicina scaduta.
E dunque mettiamola così, facciamo che sia un’autocritica:
le due donne parlano di economia e di politica internazionale, di cinema d’autore
e letteratura – cosa che, fra l’altro, normalmente accade anche se molti maschi
fanno fatica ad accettarlo - e lui, incapace di seguirle, va a vergognarsi in
camera tenendo in mano l’unico libro che uno così maschilista possa leggere: la
ghostwritergrafia di Antonio Cassano. Ovviamente limitandosi a guardare le
figure.
Nessun commento:
Posta un commento