domenica 7 giugno 2015

Straccioni

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I benpensanti ingessati ci guardavano come fossimo straccioni. Tremila lire costavano, pure duemila lire se avevi culo e le trovavi al mercato e te le compravi di tutti colori. Sono state una delle cose più divertenti della mia vita. Se avevi l'alluce svettante, dopo un mese si bucavano in punta. Allora ci cucivi sopra un fiorellino di pezza o un tondino di passamaneria per farle arrivare fino alla fine dell'estate. Così come da un paio di jeans sdruciti dalle ginocchia in giù ricavavamo una gonna.
Ora le espradillas sono tornate, costano 35 euro (cioè - perdonate l'unità di misura berlusconica - settantamila lire, ma state pur certi che si bucheranno comunque), le fanno pure col tacco e sprizzano lustrini e paillettes da tutti pori e persino dalle suole. Come se avessero sbagliato decennio e fossero precipitate nel cattivo gusto degli anni Ottanta, in questo revival del decennio peggiore che io ricordi, in compagnia di corrotti e corruttori, violazione di diritti, leader di destra che si spacciano per sinistra e cancellano lo statuto dei lavoratori come allora si cancellava la scala mobile, nani e ballerine che diventano statisti. Praticamente sono espadrillas di destra, che volendo sarebbe un ossimoro. Esattamente come lo è Renzi di sinistra.
Adesso aspettiamo solo il ritorno delle spalline. Per ora la gommapiuma la stanno usando per la megatruffa delle megatette, inserita in reggiseni e costumi (anche questi tutti imbrilloccati come abiti da sera) che fanno somigliare a delle mucche, ma vedrete che torneranno e allora saremo (sarete) tutte delle mucche corazziere.
Io intanto, in attesa che tornino gli anni Settanta, mi tengo le mie espadrillas colorate, di sinistra e con il buco all'altezza dell'alluce, e il mio costume a triangolo. Finché non si disintegrano. Meglio straccioni che stronzi.


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