lunedì 2 febbraio 2015

Vilipendio di cadavere


L'economa del comune di Capaci, Antonia Di Martino, è stata rinviata a giudizio con l'accusa di avere sottratto le somme destinate nel 2012 alle commemorazioni per il ventennale della strage in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Bisognerà aspettare la fine del processo - come è ovvio - per sapere se è colpevole, ma se lo fosse quali sarebbero le parole per definirla? Perché qui oltre al peculato ci sarebbe lo sfregio, l'offesa alla memoria, il vilipendio di cadavere, lo sputo in faccia a chi ha dato la vita per salvare la Sicilia dalla mafia. E, in definitiva, la collusione con la mafia stessa.
Tutto questo racchiuso in una cifra ridicola - 1160 euro appena - per una persona che vive di uno stipendio di tutto rispetto e che dunque, grazie a quello stipendio, si immagina che avrebbe potuto chiedere un piccolo prestito alla sua banca. Nessuno stato di necessità, quindi, e nemmeno smodata avidità ma - peggio, molto peggio - disprezzo arrogante verso quei (pochi) servitori dello Stato che nello Stato ci credono al punto da sacrificargli la vita; e spregio verso le iniziative che servono a tenere viva la memoria, che è uno dei modi per fare lotta alla mafia. E se così fosse, se così sarà accertato, le uniche parole per definirla sarebbero tre: "montagna di merda".
A meno che la signora - forte del suo ruolo - non abbia sottratto 1160 euro qua, 1160 euro là fino a raggiungere una somma considerevole. In quel caso sarebbe "semplicemente" (si fa per dire) una ladra. Ma una ladra doppia: perché oltre ai soldi avrebbe rubato il lavoro a qualcun altro che magari lo avrebbe svolto onestamente.

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