Da qualunque parte la si guardi,
questa storia è uno schifo. Lui è una merda e basta anche soltanto guardare la
sua faccia da maiale (mi si perdoni il "lombrosismo" da bar) per
accorgersene, ma pure lei non è che ne esca tanto bene.
Lui
è quel Luigi De Fanis, assessore Pdl alla Cultura della Regione Abruzzo,
arrestato un mese fa perché avrebbe chiesto tangenti per l'affidamento delle
celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Gabriele D'Annunzio e con i soldi
delle mazzette si sarebbe dato alla pazza gioia. Champagne, alberghi di lusso e
il solito corredo del parvenu impunito.
Lei
è la sua segretaria, arrestata e messa ai domiciliari nella stessa operazione,
balzata ai disonori della cronaca un mese dopo, quando è saltato fuori il
contratto in base al quale avrebbe dovuto fare sesso a pagamento con il suo
capo quattro volte al mese.
Fa
schifo se è vero che lui l'ha costretta e che era spaventata.
Fa
schifo doppiamente se lui non l'ha costretta e lei l'ha fatto per lucrare su un
potere fatto di imbrogli, porcherie e ingordigia pecuniaria e ha offeso la
dignità (il concetto di dignità e la dignità di quanti un lavoro non lo
trovano, ma non si vendono) lasciando il suo lavoro a tempo indeterminato per
quattro scopate al mese e poche ore di segreteria infarcite da molte ore di
permessi.
Fa
schifo perché la loro larga intesa - lui del Pdl, lei del Pd - è l'esatta
riproduzione in miniatura di quelle larghe intese che hanno svenduto la dignità
di un Paese intero, dove ormai non importa più se sei di destra o di (molto
presunta) "sinistra"; dove il comandare è, sempre di più, meglio che
il fottere (se poi riesci pure ad associarli hai fatto bingo); dove l'immagine
della donna, che sia oggetto o soggetto prepotente (come dimostrano certe
sempiterne signore della politica), è sempre di più legata a un potere ottenuto
e conservato con i mezzi più schifosi. Altro che Basso Impero!
larghe intese da basso ........ ventre
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