Io li conosco alcuni di quelli che hanno votato 5Stelle e ora sono strenui sostenitori del governo Salvini (sì, governo Salvini, avete letto bene).
Alcuni li ho conosciuti personalmente: erano quelli che un giorno bussavano alla sede di un partito comunista, e prendevano la tessera, presentandosi come vittime di soprusi con lo scopo di vedere tutelato qualche tornaconto individuale. Insomma, per capirci, pensate a un impiegato pubblico che timbrava e andava via per andare a curare i propri privatissimi interessi. Di quelli che quando venivano licenziati si ergevano a perseguitati politici mentre curavano la loro azienducola evadendo le tasse e sfruttando i dipendenti. E quando capivano che dalla loro scelta politica opportunistica non potevano cavare un ragno dal buco, diventavano più barricaderi del barricadero.
Perseguitati politici perché devono pagare le tasse grazie alle quali se finiranno in ospedale troveranno un medico a curarli; perseguitati politici perché qualcuno gli ha fatto notare che se hai un impiego pubblico è là che devi stare a lavorare; perseguitati politici perché un dipendente della sua azienda sfruttato sottopagato e licenziato gli ha fatto la vertenza. Il mondo all’incontrario. A un certo punto il sedicente perseguitato politico comincia a odiare, vede nemici dappertutto. Lo incontri un giorno, scambi due chiacchiere e all’improvviso gli vedi gli occhi iniettati di sangue perché si è avvicinato un ragazzo dalla pelle scura che cerca di sopravvivere vendendo piccoli oggetti di artigianato. Non ha dubbi il perseguitato politico: è tutta colpa di quel ragazzo. È colpa di quel ragazzo se lui deve pagare le tasse, è colpa di quel ragazzo se i suoi figli non trovano lavoro, è colpa di quel ragazzo persino se le strade sono dissestate o se piove e lui è uscito senza ombrello. In Sicilia si chiama «muru vasciu», ringhi contro uno più debole perché non hai abbastanza coglioni per prendertela con chi ha creato questo sistema o per ammettere che il sistema sei tu stesso, che tu sei uno di quelli che cercano le raccomandazioni e se non ottengono quello che speravano si trasformano in oppositori. Ma non sono rivoluzionari: sono vandeani. Sicché il perseguitato politico intravvede come unica àncora di salvezza altri che come lui vedono nemici dappertutto. O, meglio, altri che fingono di vedere nemici dappertutto perché è il solo modo per reclutare adepti per la loro setta. Si incontrano in rete, si caricano a vicenda, ciascuno fomenta l’odio, incita gli evasori di tutto il mondo a fare fronte contro lo Stato cattivo, convoca rivolte contro i vaccini, vede complotti dappertutto. Chi spara più cazzate sul sacro blog ha un’ottima chance di scalare i vertici del movimento, addirittura di essere eletto o di governare il Paese. E, una volta raggiunto l’obiettivo, di farsi da solo – come in un self-service della corruzione - quei favori che da nessuno era riuscito a ottenere: un appalto qua, una mazzetta là, un posto di lavoro per tuo figlio.
È il risultato del reclutamento di attivisti e candidati attraverso un click, senza averli mai visti in faccia, averli guardati negli occhi, sentito la loro voce. Ma c’è un problema: se la selezione avviene come in un sito di incontri erotici e tutto si risolve – absit iniuria verbis – in un cazzo e una fica, cioè in tutto ciò che può stare all’interno di una quindicina di pollici dello schermo di un computer, non puoi sapere se i legittimi proprietari dei due organi citati sono delle persone di cui puoi fidarti, con un cuore e un cervello.
A scopare siamo bravi tutti: è fare l’amore che richiede impegno.
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