mercoledì 15 novembre 2017

Un uomo

Ma un uomo? No, dico, un uomo che a distanza di dieci, venti, trent’anni – non importa: noi non lo giudicheremo – si renda conto e ammetta di averlo fatto anche lui? Uno che dica: scusate, sono stato uno stronzo, ho tentato di baciare, ho toccato il culo, ho fatto allusioni, vi ho spogliate con gli occhi, mi sembrava naturale, così fan tutti e facevo anch’io. È il patriarcato, bellezza. Ci ho messo trent’anni per parlare perché ci ho messo trent’anni per capire, ma ora grazie a voi donne – e soprattutto a voi donne che avete impiegato dieci, venti, trent’anni per tirare fuori questo morso costante alla bocca dello stomaco, questo dolore e senso di vergogna che avevate incastonati nel cuore e nella pelle -, grazie a voi mi sono reso conto della sofferenza e mortificazione che vi infliggiamo tutti i giorni dando per scontato che se state zitte è perché siete consenzienti. Aggiungendo così sofferenza a sofferenza.
Ecco, magari se lo fa uno, se uno riesce a vincere prima l’arroganza di sentirsi in diritto di molestare e poi la vergogna di essersi sentito in diritto di molestare, se uno la smette di assumere in automatico la difesa del proprio genere e di vederci – come ai balli di paese degli anni Cinquanta - maschi da una parte e femmine dall’altra, magari poi lo fa un altro e un altro e un altro ancora: le prese di coscienza sono come le ciliegie. E magari lo capite cosa vuol dire tenersi dentro una cosa per trent’anni e capite pure che, appunto perché ce l’hai da qualche parte sotto la pelle, il ricordo riaffiora confuso, parziale, prima quello più recente, poi uno più antico oppure un altro che avevi sottovalutato. Stai pensando a quel porco che, in quanto padrone, si è sentito in diritto di cingerti il fianco e inavvertitamente, una al giorno, ti si parano davanti agli occhi altre scene: il tipo che ti abbraccia in modo che tu non possa divincolarti, quello che ti toglie il saluto (lui, a te!) perché non hai assecondato le sue aspettative; e quell’altro che ti ha affidato un lavoro: siete seduti davanti a una scrivania fianco a fianco, state valutando come impostare un documento e all’improvviso ti ritrovi la sua mano su un ginocchio, sposti il ginocchio e lui dopo qualche minuto lo rifà, sei paralizzata ma sposti ulteriormente il ginocchio e lui lo rifà, è un gioco a chi cede prima, ma non è un gioco, non c’è niente di divertente.
Lo so quello che state pensando: perché non gli hai mollato un ceffone, perché non gli hai detto di smetterla, perché non hai urlato, eccetera. Sì, certo, e la vergogna e la pubblica riprovazione per chi credete che sarebbero stati? Ma che dice, è una pazza, lo fa per ripicca perché le sarebbe piaciuto ma è una cozza e io non me la sono filata, è lei che ci ha provato con me, eccetera eccetera eccetera. Ci mancava che gli dovevi risarcire il danno d’immagine.
Pensateci prima di dire che se una donna ha taciuto per tanti anni significa che in fondo le piaceva; pensateci prima di dire che lo ha fatto perché voleva trarne un qualche vantaggio. Siete sicuri di non averlo mai fatto voi uomini?

Sì, ecco, un uomo: un uomo che ammetta di avere fatto almeno una volta nella vita un pompino, sia pure metaforico, perché così fan tutti e non puoi sottrarti, a un politico, un produttore cinematografico, un barone universitario, un potente qualunque da cui dipendesse la sua vita lavorativa. Migliaia, forse milioni, di portaborse promossi parlamentari, attoruncoli diventati protagonisti, assistenti vincitori di concorsi costruiti su misura. Sì, certo, crollerebbe tutto il sistema, come un castello di carte, basta un soffio. Ma chi l’ha detto che sia sbagliato? Chi ha detto che non si possa ricominciare tutti insieme, donne e uomini, a ricostruire qualcosa che non sia fango costruito sul fango, dove vali perché vali, dove ti guardi allo specchio e ti piaci, dove in un concorso per titoli ed esami l’esame ci sia davvero e il titolo unico per essere ammesso sia: non ha leccato il culo a nessuno. Ecco, quando anche gli uomini cominceranno a dire di avere subìto in silenzio le molestie dei potenti allora potremo cominciare a parlare. E solo allora sarete veramente uomini: altrimenti siete solo maschi, di razza maiale.

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