Mi dispiace che lei stia male e le faccio i miei auguri di
pronta guarigione. Del resto, se l’ha fatto Trump posso farlo pure io. Per
quanto, non penso che lei si sia preoccupata molto per la gente che soffriva e
soffre per le vostre schifose guerre coloniali ed esportazioni di democrazia.
No, devo ammetterlo: non mi importa molto della sua
salute. Diciamo che la mia è stata una bugia a fin di bene o di cortesia. Non
mi sembra, invece, che le bugie dell’avvocata Rodham siano a fin di bene. A
partire dal cognome che indossa per fare carriera politica: quello di suo
marito. Ad arrivare a quella sul suo stato di salute, che ha cercato di
nascondere pur di raggiungere il massimo obiettivo del potere e che si è
svelato da solo, malgrado la sua volontà, facendola precipitare come un budino
con poco amido poco prima di infilarsi in macchina.
Del resto sembra che le bugie siano il marchio di fabbrica
della famiglia: al tempo Bill, messo alle strette, ammise di avere avuto una
“relazione fisica impropria” (facendo legittimamente incazzare la moglie e il
Paese intero). Insomma, come se oggi Hillay ci dicesse di avere una radiografia
impropria dei suoi polmoni. Non vorrei dirglielo, ma sempre cazzi sono: amari.
Ma confesso che sono un po’ invidiosa. Perché da quel che
si racconta gli americani – che non godono della mia stima, ma qualche
riconoscimento in questi casi lo meritano – di solito di fronte alle bugie dei
politici s’incazzano e ne sa qualcosa Richard Nixon. No, noi no, come direbbe
Claudio Baglioni. Noi – e così vi faccio pure la rima – siamo dei cazzoni. O
dei coglioni, fate voi. E più ci prendono per il culo e più ci piace. Metti
Matteo Renzi: e i sì e i no, e se vincono i no me ne vado, anzi no se vincono i
no non me ne vado più, e faccio le modifiche all’Italicum e col cazzo che
faccio le modifiche all’Italicum, e la buona scuola che è una “fitinzia” come
si dice dalle mie parti, e il jobs act che serve a licenziare ma lui ti dice
che serve ad assumere e tu ci credi, e le elezioni che forse si fanno e forse
non si fanno, e il partito che lo chiama di sinistra e invece è di destra (e
infatti forse le elezioni non si faranno mai più). O metti Paola Muraro, che ha
detto di non essere indagata. Poi si è scoperto che era indagata e quando le
hanno chiesto perché non l’aveva detto, con triplo salto mortale carpiato della
bugia, lei ha risposto che i giornalisti non le avevano chiesto se fosse
indagata ma se avesse ricevuto l’avviso di garanzia. Io, se fossi la Raggi, le
Olimpiadi le farei a Roma solo per fare partecipare la Muraro e prendermi il
merito di avere introdotto la nuova disciplina olimpica della menzogna con
avvitamento. Magari farei gareggiare Matteo nella stessa squadra. Con gli
americani che ci guarderebbero con invidia per quanto siamo bravi a raccontare
balle.
E noi – dopati dalla nascita - tutti sugli spalti ad
applaudire: più menzogne ci raccontano e più siamo contenti. Non vorrei
dirvelo, ma pure per noi sono cazzi. Amarissimi.
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