Qualche giorno fa a Sarno, in
provincia di Salerno, c'è stata una manifestazione contro la violenza sulle
donne. Drappo rosso sul balcone del municipio per sessanta giorni, tante quante
sono (erano) le donne uccise fino a quel momento dall'inizio dell'anno. Testimonianze
di donne. Esperti. Coinvolgimento dei comuni vicini. Maternità della presidenza
del consiglio comunale e della Regione Campania. Grande partecipazione.
E
però dovevano essere distratti i ragazzi che un paio di giorni dopo hanno
violentato a turno una coetanea, e dovevano essere distratti i loro genitori,
se i primi - una volta arrestati - hanno chiesto "cosa abbiamo fatto di
male?" e i secondi l'hanno liquidata come "una ragazzata".
Ragazzi "normali" li hanno definiti, per di più provenienti da
famiglie "normali". Secondo le quali, evidentemente, è normale che
una ragazza venga trascinata in un garage da uno che conosceva e di cui si
fidava e che poi l'ha data in pasto ad altri che ritengono un normale gioco da
ragazzi violentare una donna, come se si trattasse di lanciare sassi nel mare e
sfidarsi a chi fa i cerchi più grandi.
Se
tutto questo è normale, vuol dire che anormale è avere rispetto per un essere
umano, per i suoi sentimenti, per i suoi desideri, per il suo modo di pensare o
di vestirsi, per il colore della sua pelle o dei suoi capelli. Se tutto questo
è normale, se normale è prevaricare, se normale è credersi una razza superiore
con diritto di vita e di morte sugli altri, io preferisco essere anormale.
Perché la vostra normalità è nazista e voi - voi, ma soprattutto i vostri
genitori che vi difendono - da criminali nazisti dovete essere trattati, perché
per ogni donna che stuprate le stuprate tutte.
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