Ah, va bene. Quand'è
così, mi vesto decentemente e mi trucco: un velo di fondotinta e il mascara per
rendermi presentabile. Hai visto mai.
Dice l'Ansa che ora mi
assumono. Cioè non è che dica proprio così, ma è come se: foto con mimosa d'ordinanza
in primo piano, mani femminili che scorrono sulla tastiera di un computer e poi
il titolone, grazie al quale la "prima agenzia di informazione
multimediale in Italia", come la definisce Wikipedia, supera se stessa e
raggiunge i livelli della Stefani. Insomma roba che manco l'Unità sfondata da
Matteo Renzi. E meno male che l'argomento li ha costretti a non mettere l'immagine
di una donna con il "mocio" in una mano e il secchio nell'altra.
Eccolo il
titolo: "Istat: occupazione donne torna al top". Minchia! E com'è che
finora non me ne sono accorta? Magari sono solo io che non me ne sono accorta, visto
che ormai più che cercare lavoro dovrei cercare pensione. Magari per le
trentenni e le quarantenni le cose cominciano a girare per il verso giusto.
Il mio difetto
però è che vado oltre il titolo: io ho questo brutto vizio, che gli articoli li
leggo. E poi vi vorrei denunciare per abuso della credulità popolare, perché
voi lo sapete bene che i più leggono soltanto il titolo.
L'attacco dice
che "L'occupazione femminile riaggancia i suoi massimi: torna al 50,9%,
valore più alto dall'inizio delle serie (avviate nel '93), toccato solo due
volte e mai superato. E' quanto emerge da dati Istat sul secondo trimestre 2015
per la fascia fra i 20 e i 64 anni".
E dov'è la
fregatura? Eccola, arriva subito dopo, tanto la plebaglia si è già distratta
con altri titoli: "Ma il rialzo è pressoché esclusivamente dovuto alle
over-54, su cui ha influito la riforma delle pensioni". Quindi, come
direbbe Maurizio Crozza, è un' "Inc. Cool. 8". Al quadrato però:
perché non solo non è vero che aumenta il numero delle occupate ma per di più
quelle che hanno lavorato una vita e vorrebbero finalmente ritirarsi (magari
lasciando il posto a chi ha ancora voglia ed energia) non possono farlo grazie
alla legge della madonna piangente Elsa Fornero. Ed è solo grazie a queste, costrette
al lavoro come se fosse un ergastolo, se il tasso non si schianta.
Infatti, continuando
a leggere, si scopre che in tutto si tratta di poco più del 50% di donne
occupate, che è all'incirca la stessa cifra di vent'anni fa, che la percentuale
è ben lontana dai "target europei" fissati per il 2020 e da quella attuale
degli uomini italiani occupati (oltre il 70%), che le giovani donne - quelle
"nella fascia d'età tra i 25 e i 34 anni" - invece che trovarlo il
lavoro lo perdono. Però secondo la Stefani, pardon, secondo l'Ansa, "si
può dire che si è messa una toppa alla crisi che aveva fermato la crescita
dell'occupazione femminile". Come quella che avete messo voi scrivendo cose più o
meno corrette sotto un titolo truffaldino.
Matteo Renzi ringrazia. Io
intanto mi vado a struccare: la recita è finita.
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