lunedì 10 giugno 2013

Baci e baciapile

Ripenso ad un bacio appassionato, alcuni anni fa, in pieno centro e in pieno giorno a Siracusa: uno di quei baci che ti fanno diventare le gambe di ricotta e che ogni volta che ci ripensi te le fanno ridiventare di ricotta. No, non è rimpianto né l'amarcord di una pratica ormai archiviata: è soltanto che - come spesso accade in questo Paese di baciapile che si scandalizzano dell'amore ma non disdegnano un caffè e molto altro insieme a boss e politici corrotti - ciclicamente arriva la notizia di un sindaco che da qualche parte ha vietato qualcosa. E stavolta la cosa vietata è appunto il bacio per strada. Questo sindaco è come l'automobilista insofferente nei confronti del ciclista, che ha la sola "colpa" di ricordargli, con la sua sola presenza, con la sua libertà, quanto lui sia scemo a rinchiudersi da solo in una trappola. Le do una notizia, mio caro bacchettone: mentre le case automobilistiche si affannano a spendere soldi in pubblicità (il cui costo va ad ingrossare il prezzo di listino e quindi viene pagato dai polli acquirenti) per cercare di convincerci quanto siano belle le loro macchine da supereroi, per la prima volta in Italia - e non solo per effetto della crisi - la vendita di bici supera quella delle scatole inquinanti. E senza che ci sia bisogno nemmeno di una briciola di pubblicità. Di andare in bici ti viene voglia comunque: basta vederne una, ripresa per caso mentre passa durante un servizio del tg. Di baciare ti viene voglia comunque e nessun divieto potrà mai impedirtelo. Soltanto chi non ha mai provato l'emozione di un bacio (e chi non è mai andato in bici) può odiare chi bacia (e chi va in bici) e vorrebbe impedirlo per decreto. Roso dall'invidia.

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