domenica 26 maggio 2013

Cinque anni contro Catania

Ebbene, sì, lo ammetto: a volte provo un irrefrenabile impulso al teppismo. E, se non fosse che non ho l'abitudine di girare con un pennarello di quelli a punta grossa nella borsa, probabilmente rischierei di essere conseguente. Il fatto è che alcuni, come dire, ti ci tirano per i capelli. Prendete il manifesto elettorale di Attila. A un certo punto c'è scritto: "Cinque anni per Catania". Ma il punto è che fra "cinque anni per" e "Catania" c'è un grande spazio invitante, tipo "continua tu" o "completa a piacere". E allora la fantasia si sbizzarrisce: fra il per e Catania, per esempio, "distruggere definitivamente" ci entrerebbe a meraviglia. Oppure "riempire di merda fisica e metaforica". O meglio: "mettere il massimo impegno per trascinare nel baratro". E ancora: "ricoprire integralmente di cemento". E così via: opzioni sconfinate. Ma stia tranquillo il candidato a completare la devastazione di Catania: oltre a non avere il pennarellone in borsa, non ho più l'età per fare certe cose. E comunque, a parte gli Unni che voteranno per il loro duce, sappia il candidato Attila che i catanesi conoscono bene i suoi "meriti": e si sganasciano dalle risate leggendo i suoi manifesti. Anzi, qualcuno ha sintetizzato perfettamente, senza aver nemmeno bisogno di arrovellarsi il cervello: ha riquadrato il "per", come si fa negli atti notarili per correggere un errore, e al suo posto ci ha messo un "contro".

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