lunedì 10 dicembre 2012

Gli analfabeti, il web, B e il maestro Manzi

Qualche giorno fa, imbattendomi in una delle ormai quotidiane notizie su un femminicidio, sono stata colpita da un dettaglio: l'assassino, poco più che quarantenne, era analfabeta. No, tranquillizzatevi, non gli sto cercando un alibi: ho visto con i miei occhi fior di sedicenti intellettuali (per di più, di quelli che sostengono di amare il prossimo) accanirsi sulle loro compagne con tutta la violenza di cui erano capaci, a dimostrazione che non è solo un problema di istruzione, ma di Cultura, che è un'altra cosa. La storia mi ha colpita per due ragioni. La prima è che quest'uomo, quarantatreenne, è nato sette anni dopo la prima vera legge sull'obbligo scolastico che abbia avuto efficacia "erga omnes" dopo quasi un secolo di tentativi. Evidentemente era erga quasi omnes. Perché delle due l'una: o quest'uomo ha vissuto nella giungla fin dalla nascita oppure (ed è questa realisticamente la risposta) ha vissuto in quella giungla delle campagne dell'entroterra siciliano dove ancora i bambini - mentre i nostri bimbi cittadini e presunti civilizzati diventano scemi con i videogiochi - non vengono mandati a scuola, considerata una perdita di tempo, ma fin da piccoli si occupano di far pascolare gli animali e di arare il terreno. E non stiamo nemmeno parlando della storica "contraddizione città-campagna", in realtà, perché basta andare in un quartiere popolare del centro di Catania, per esempio, per accorgersi che anche qui i bambini e i ragazzini la mattina sono in officina, sono alla cassa del negozio o lavorano "na muratura", messi a impastare qualcosa dentro una caldarella che poi si metteranno in spalla camminando curvi come Anchise. L'altra riguarda il gran parlare che si fa dell'importanza del web. Direte: che c'entra? C'entra. C'entra, perché noi "sinistri" e presunti colti, noi che sappiamo fare le analisi politiche, noi che sappiamo leggere fra le righe e che siamo diventati drogati dei social network (certamente fondamentali per parlare fra di noi e per tenerci informati), ebbene noi non riusciamo ad andare oltre il perimetro snob di Facebook, di twitter e di tutte le altre diavolerie e non siamo più capaci di parlare con la gente in carne ed ossa. Anzi, abbiamo costruito un muro fra "noi" e "loro". Ma cosa volete che gliene importi dei nostri discorsi e cosa pensate che possano ricavarne dal nostro aver capito tutto, se poi di quel "tutto" non ne condividiamo nemmeno una parte con loro? E così, mentre noi ci facciamo le pippe sul pianeta web, loro - gli analfabeti di cui sopra, che siano campagnardi o cittadini, che vadano a scuola oppure no - rientrano a casa da un lavoro massacrante e frustrante e non trovano niente di meglio che stordirsi con la tv berlusconiana che gronda tette, culi, istinti bestiali, violenze e insulti continui al corpo delle donne. E ora che torna, vedrete, sarà sempre peggio e questo Paese vergognosamente in fondo alla classifica dei Paesi civilizzati sull'alfabetizzazione - e i cui governi, tecnici o pornografici che siano, tagliano i fondi alla scuola - precipiterà ancora più in basso. Mentre io darò sempre più segni di vecchiaia rimpiangendo il maestro Manzi, gli sceneggiati televisivi dei grandi classici della letteratura e le sezioni di partito a pian terreno nei quartieri popolari.

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