lunedì 12 marzo 2012

Primarie fra "masculi"


Partiamo da un assunto: il sondaggio è una minchiata.
Lo è quello fatto apparentemente con tutti i crismi, commissionato a una società che fa questo di mestiere, e lo è perché di solito il sondaggista calibra l'indagine sulla base di quello che il committente vuol sentirsi dire. Tutti ricordano l'impomatato mannequin (unico caso di parola al mondo - mi si passi la digressione - che ha il femminile ma non il maschile) de La7 in stile D&G, che durante le amministrative dava la linea sottostimando sistematicamente la Federazione della Sinistra (grazie al cui contributo determinante ora Napoli ha uno dei pochissimi migliori sindaci d'Italia) e preferendole una gauche rosée più funzionale al Pd. Che si tratti di saponette o di partiti politici, il committente vuole così, poi si tratta soltanto di partire con la pubblicità e di creare un bisogno indotto. Metti che va pubblicizzata una saponetta alla merda? Si prende una strafiga da paura, le si mette in mano un gianduiotto gigante, le si fa dire che lei si lava tre volte al giorno con quella saponetta ed è per questo che - malgrado ne abbia settanta - dimostra trentacinque anni (ma il sistema è lo stesso usato per pubblicizzare l'intruglio miracoloso per il ventre piatto in menopausa: inquadri solo la pancia di una sedicenne similanoressica e il gioco è fatto) e se qualcuno avanza delle obiezioni per la puzza gli spiegano che la saponetta va abbinata a un'altra che la fa sembrare un po' meno puzza.
E figuriamoci se non è una minchiata (ma in fondo è un gioco, per quanto perverso, e in quanto tale va preso) un sondaggio - le "primarie" per il sindaco di Catania le hanno chiamate - fatto da un giornale on-line, Sud, il cui più o meno editore/ispiratore è nei fatti anche committente e forse voleva solo dimostrare una sua tesi e togliersi qualche sassolino dalle scarpe. E infatti si erano scordati di metterci la sinistra e le donne (a meno che non si voglia considerare donna l'uomo forte dell'area lombardian-sanitaria del Pd): perché la partita si giocava tutta nel centrodestra (uno di centrosinistra ce l'hanno messo, ma perché proprio non ne potevano fare a meno, essendo stato sindaco di Catania e per di più apprezzato da molti; mentre un altro, spacciato per centrosinistra, è un aspirante terzopolista) e più che altro sembrava un regolamento di conti fra "masculi", una specie di vendetta trasversale messa in atto usando un giovane killer per mandare un segnale al boss attraverso l'eliminazione fisica, per quanto virtuale, di un suo uomo di paglia.
Operazione di quelle facili facili, perché - per entrare nel merito del discorso - Raffaele Stancanelli (appendiabiti del più potente omonimo) non ha proprio bisogno di tutta quella macchina organizzativa e informatica messa in moto per farlo umiliare dal giovane Pogliese e per arrivare ultimo in classifica con soli 55 voti: ce la fa benissimo da solo ad essere il peggiore dei sindaci di Catania alle cui balle su presunti risanamenti (l'ultima è che a quanto pare l'Amt risanata e societaperazionizzata starebbe fallendo) e su inesistenti rifacimenti di manti stradali non credono più nemmeno i sanpietrini che, per l'appunto, basta una "stizza" d'acqua e saltano come tappi di champagne. Così come "tutta di calata" è venuta la débâcle del suddetto uomo forte dell'area lombardian-sanitaria del Pd per il quale non si devono essere scomodati nemmeno i parenti stretti se a stento ha raggiunto i 13 voti. E' andata un po' meglio - ma non senza fatica - al giovane esponente dello stesso partito, per il quale però vale il discorso di Pogliese: retorica del giovanilismo e smanettamento a manetta.
Ma la vera sorpresa - dice Sud - è Orazio Licandro. Ora, mi si perdonerà il mio essere di parte, ma l'unica risposta che mi viene è: "E grazie al cazzo!"
Mi spiego: come già detto, uno di sinistra non ce l'avevano messo. Lo hanno fatto solo in seguito a dei post che facevano notare l'anomalia e indicavano proprio il nome del notorio mangiatore di bambini. Quindi, probabilmente, ci potevano mettere un nome qualunque di sinistra e sarebbe già bastato per fare il botto: sia rispetto a quel che si proponeva sia perché comunque perfino a Catania la sinistra - quella vera - esiste. In più ce ne hanno messo uno credibile, talmente credibile che il primo a proporlo è stato un signore che ha detto di non essere mai stato comunista, di non aver mai fatto parte del Partito dei Comunisti italiani e però - siccome uno non se ne accorge solo se è cieco o in mala fede - ne ha constatato l'impegno vero per la città e dunque ha voluto manifestargli così la propria stima. Dopo di che chiunque ricordi ancora le proporzioni matematiche che ci facevano fare alla scuola media potrà facilmente rendersi conto di che differenza passi fra uno che sta in un partito del 20% circa e prende 79 voti (o, peggio, appena 13) e uno di un partito dato (quando va bene) al 2% che di voti ne prende 131. E ancora più facile calcolare la percentuale di 131 voti su 1310 votanti. Poi possiamo anche ragionare su quanto siano motivati i sostenitori dell'uno e gli estimatori dell'altro a muovere il mouse e fare clic. E anche qui non c'è partita.

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