martedì 22 novembre 2011

E' arrivata la mela cozza

Evviva la mela scamuffa! Evviva la mela sgarrupata! Evviva la mela cozza, non rifatta, non siliconata, non incerata, dalle misure imperfette! Ma l'avete vista? E' bellissima nella sua normalità, con i suoi bitorzoli e le sue macchie sulla pelle.
Insomma, l'ho vista ieri sera per la prima volta in tv e spero proprio che sia il primo segnale di "un nuovo corso" della pubblicità: Melasì è la sorella gemella di Melinda, cresciuta sugli stessi alberi della Val di Non - spiega il nuovo spot -, curata dagli stessi produttori, con la stessa genuinità e le stesse qualità organolettiche delle principale protagonista della réclame, ma è bruttina perché è stata colpita dalla grandine. E ha un vantaggio in più: tiene conto della crisi economica, fa quello che ormai facciamo tutti noi quando andiamo al mercato, scegliendo i frutti meno appariscenti ma non per questo meno buoni per risparmiare. Melasì infatti costa meno pur essendo (così assicurano i produttori) di altissima qualità.
Beh, io non lo so se questa mela è di alta qualità, però mi piace - e mi auguro sia seguita da altre - quest'inversione di tendenza rispetto a quell'esplosione di ricchezze volgari e bellezze fasulle a cui ci hanno abituati gli ultimi vent'anni e che stridevano come fuochi d'artificio in un paese sotto i bombardamenti. E non posso che apprezzare la presa d'atto di una crisi che finora sembrava non sfiorare il mondo parallelo e da favola che la pubblicità solitamente ci propina.
Certo, non m'illudo: il mercato (e, con esso, la pubblicità) quasi mai è spinto da un bisogno etico, ma se almeno tiene conto della realtà è già qualcosa.
Adesso sarebbe bello che dalla pubblicità sparissero i Suv e i macchinoni che ti puoi comprare soltanto se sei un evasore fiscale o un padrone che sfrutta i lavoratori - quindi un delinquente e/o un produttore di Suv - e che portassero con sé il più lontano possibile anche quel carico di carne un tanto al chilo che nell'èra berlusconiana hanno rappresentato i corpi delle donne.
Pensate quant'è brutto un cervello: brutto, ma "di qualità elevatissima" come dice lo spot di Melasì.

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